Undici tracce dalla coerenza artistica robusta: davvero una bella terza prova per i Campos, perché non si può modificare il fluire di un album che fa acqua da tutte le parti.
Uno dei primi ricordi che custodisco della mia esperienza piccola piccola nel settore musicale mi riporta a circa dieci anni fa, ad un club in una cittadina del salernitano di circa trentamila abitanti dove si svolse un concerto dei Criminal Jokers. Sono rimasto particolarmente affezionato alla performance dinamitarda per presentare “This was supposed to be the future”, e all'intervista che ebbi modo di concretizzare con Francesco (Motta e Pellegrini) e, ultimo, ma non per ultimo, Simone Bettin.
Gli anni passano, le strade si dividono, e ho sempre guardato agli sviluppi musicali (e alle fascinazioni cromatiche della loro identità visiva, che richiamano l'omonimo e variopinto portiere messicano) dei Campos con una certa curiosità: a nove anni dalla fondazione di questo progetto, Latlong è il nuovo lavoro del trio folk elettronico composto da Simone Bettin, Davide Barbafiera e il bassista Tommaso Tanzini.
Terzo disco che può contare su Woodworm ed Universal: le coordinate principali stringono latitudine e longitudine attorno undici frammenti di pop cantautorale, la cui matrice sonora viene continuamente addizionata da elementi folk ed una sottesa tensione electro. Quello che risalta alla prova d'ascolto è la peculiare coerenza del long play: lontani dall'appiattirsi, i Campos plasmano una sola, grande, esperienza per i timpani; musica fluida che nel caleidoscopio di elementi strumentali coinvolti non riceve sobbalzi di sorta ma scivola con incedere compassato ed elegante. Proprio quella materialità non-solida che la band toscana intendeva trasmettere: viene presentato come un disco che fa acqua da tutte le parti, ed è proprio la sensazione di continuo fluire a dominare le meccaniche dei sensi.
Atmosfere più sognate che sognanti, e contorni tematici sfumati (abili ad unire un respiro che può travalicare i confini italiani a testi in lingua nostra) restituiscono un prodotto discografico valido e proposto con un sapore tutto suo. C'è mano sapiente, e si nota sia per l'aspetto afferente le registrazioni in studio che per la post-produzione: non sta a me dire se per i Campos sia finalmente giunto il tempo del grande raccolto, ma di sicuro questa chiusura di 2020 è un segnale che lascia guardare all'anno che sta arrivando con un pizzico di fiducia in più.
---
La recensione Latlong di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-12-09 00:36:00
COMMENTI