Sonorità sommesse dai toni estatici, testi ridotti all’osso, qualche accelerazione sparsa qua e là. Due parole: post-rock. Questa velocità di definizione è croce e delizia del disco: croce perché le nove tracce non si discostano dall’archetipo del genere, delizia perché quello stesso archetipo viene declinato bene. Anzi, molto bene. Tra fughe lisergiche (si vedano i primi due pezzi) e deviazioni di maggiore decisione, il gruppo veronese mette in fila una serie di ottimi brani, che toccano probabilmente il punto più alto in “La Paz”, punto d’equilibrio tra le due direzioni citate in precedenza.
L’unico pezzo che non convince è “The Other”; la maggiore aggressività dei suoi tre minuti resta elemento isolato e non si capisce il suo posizionamento all’esatta metà del lavoro, dal momento che esce dai solchi tracciati in precedenza e non provoca scossoni in ciò che segue.
Al termine del lavoro, invece, troviamo un’altra piccola variazione al canovaccio generale: “Swimming Pool” introduce un tappeto di misurata elettronica e una voce leggermente effettata, con l’invidiabile risultato di riuscire ad essere contemporaneamente avvolgente e distante, in una contraddizione stimolante. Questa capacità di distaccarsi ed emozionare allo stesso tempo è caratteristica dell’intero lavoro, costantemente in grado di evocare spazi e sensazioni, riuscendo nella difficile impresa di non essere monotono pur variando di pochissimo gli ingredienti dei singoli pezzi.
“Katrienne”, dunque, è un esordio che mostra un gruppo in grado di muoversi ad alti livelli nel genere che si è scelto. Per gli sconfinamenti forse è ancora presto, ma l’abilità con cui vengono battuti i territori amici è innegabile.
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La recensione Katrienne di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-04-12 00:00:00
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