L'adorabile post-rock inquietante di berlikete
"Mustor" è un disco particolare perché riesce a tenere insieme due sentimenti che, il più delle volte, veleggiano proprio in direzioni ostinate e contrarie. Stiamo parlando della tenerezza e dell'inquietudine. Ascoltando un pezzo, per esempio, come "Verme", seconda traccia del lavoro di berlikete, si comprende meglio questa nostra frase. Infatti muovendosi in un sottofondo di post-rock a tinte dark, Marcello Bellina (moniker di berlikete), ci dona una sorta di ritratto intimo dell'artista che, giustappunto, non può che muoverci tenerezza.
Ecco allora spiegato perché tenerezza e inquietudine in questo disco vanno a braccetto. Perché detta della sincerità espressiva qui riversata, non bisogna dimenticare il già citato sostrato di ambient-post-rock fosco e nero posto a dominare la scena e a fare un po' da contrappeso ai sentimenti prima menzionati. Eppure, al di là di una parte finale del lavoro che, almeno a nostro avviso, non è interessante quanto quella precedente, Bellina riesca a offrire all'ascoltatore uno spettro variegato del proprio essere artista. Specie di conclusione, magari provvisoria, di una trilogia iniziata nel 2010, "Mustor" è un album che ci ha soddisfatto proprio grazie a quel gioco di contrasti. Come diceva qualcuno di più famoso di noi "è proprio nella luce più squillante che si cela l'ombra più profonda" in fondo.
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La recensione Mustor di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-02-02 08:51:18
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