Un disco dalla grana rock che mantiene intatto il suo carattere evocativo
La migliore qualità di questo album è di arrivare all’ascoltatore in modo diretto approdando in un territorio di confine tra il rock d’autore e il classic rock, tra il blues e l’acustico. Se l’intreccio di chitarre si sviluppa con l’alternanza di passaggi fluidi e materia di cristallo, la voce è il polo di attrazione attorno alla quale ruota tutto l’insieme. La grana di “Aut/Out” si presenta tendenzialmente quieta e distesa, a tratti diviene più solida e densa ma, dall’inizio alla fine, mantiene intatto il suo carattere evocativo, tra flusso di coscienza e forza melodica. Dalle tracce del disco emerge uno stile credibile e la volontà di cercare le proprie radici nell’espressione più genuina del rock acustico.
Lasciatevi trasportare da un brano semplice e diretto come “L’arrampicata”, fatevi condurre lontano dalla dolce melodia di “Carry on”, lasciatevi portare nel cuore di “Suoni infranti” dove geometrie e punti luce ben studiati si snodano su atmosfere placide. L’armonica di “Harvest” vi rassicurerà e riscalderà con inalterato tepore, “L’anima tra i denti” e “Pensieri pericolosi” vi rivelerà un rock emotivo, lucidamente sconfortato. Sul finale, una carezza silenziosa vi svelerà nuovi racconti fatti di sogni e disincanto (“Dream”, “Che cosa c’è”, “Parole da dare”).
“Aut/Out” suona melodico, fatto di sensazioni più che di dettagli, di trame rilassate e intime. Forse non vi farà saltar giù dalla sedia, di certo vi terrà buona compagnia.
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La recensione Aut/Out di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-02-19 00:00:00
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