Col suo secondo disco da solista Samuel si ritaglia uno spazio inedito per raccontare se stesso. Tanta elettronica, un mucchio di collaborazione, e un occhio fisso sull'itpop, suo figlio più che legittimo.
Samuel Romano le botte le ha già prese. I nuovi lavori dei Subsonica non hanno richiamato particolare gradimento dai fan della prima ora, dai puristi degli anni novanta, dalla critica, a causa di un affievolimento –che in parte c’è stato. E se è vero che qualche fasto è rimasto per strada, è anche vero che i torinesi hanno sempre dimostrato solidità, atteggiamento granitico, accompagnato dal proverbiale “Salta!” del loro leader.
Samuel è a un passo dai 50, il mezzo secolo. Che paura. Si presenta a inizio 2021 –quinto anno di fila con una nuova pubblicazione tra band e solista- con Brigata Bianca, un disco pieno di canzoni, influenze, co-autori e collaborazioni. Non si è dato nemmeno il tempo per pensare di stare invecchiando, ha aperto il cassetto dell’elettronica, e ha tirato fuori ancora tre quarti d’ora abbondanti di musica.
Le presenze dietro le quinte sono quasi tutte riconoscibili: MACE&Venerus, Machweo, Federico Nardelli e Strage su tutti, ma anche Ale Bavo, DADE e Michele Canova. L’idea del gruppo al lavoro ha diversificato gli stili nella realizzazione, ma la linea compositiva rimane ben chiara, salda sul binario che Samuel sa gestire da sempre. Continuano i sodalizi col mondo del rap; Willie Peyote è ormai un habituè, e mette la firma su Giochi Pericolosi, forse il punto più alto del disco; Ensi arriva, fa casino e lascia un po’ straniti, forse interdetti, chissà; Johnny Marsiglia è relegato al fondo, ma la sua presenza in Palermo è davvero dimenticabile. E se la presenza di Colapesce in Cocoricò è quasi impercettibile, il feat più strano è quello con Fulminacci. Felicità è costruita sui famosi “soliti accordi” da cantautore malinconico, ed è uno dei due momenti di stacco inaspettato- l’altro è il brano di chiusura, dove sembra esserci la mano –forse entrambe le mani- di Cremonini.
Ci sono tante, troppe carte sul tavolo da gioco, ma chi le gestisce sa il fatto suo, e sa soprattutto come si costruisce un vero album. Per questo motivo dopo quasi un’ora non siamo stanchi o stufi di quello che abbiamo ascoltato. Forse però ci è rimasta in testa solo la metà dei pezzi, e ci chiediamo dove Samuel volesse arrivare. Da nessuna parte; sembra questa la risposta migliore.
Samuel si è ritagliato un nuovo spazio dove raccontare più di se stesso, dove rivangare i ricordi, i rimpianti, le serate con Morgan. Ha lasciato la penna evocativa e l’ordine plumbeo sull’astronave Subsonica, ha recuperato qualche atmosfera delicata da Una Nave in una Foresta, e si è dato da fare con le casse dritte, coi bassi, con le vibes della techno e con una spruzzata di reggaeton, rischiando che finisse più volte in caciara.
Brigata Bianca non significa brigata democristiana, ma più una tabula rasa riempita quasi da zero. Non c’è nessun compromesso o trasformismo. C’è solo un grande campo di possibilità, aperto, spalancato per evitare di farlo appassire. Samuel ha provato ad aprirsi un varco nell’odierno itpop –a cui ha ancora molto da insegnare-, e c’è poco da stupirsi perché la musica-melodica-elettronica italiana è figlia sua. Ne avrà anche prese di botte, sarà anche scivolato più d’una volta, ma sulle sue strade –che si lasciano guidare meno forte di qualche anno fa- ci sa ancora stare saldo, facendo ciò che meglio gli riesce: scrivere canzoni.
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La recensione BRIGATABIANCA di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-01-22 21:27:00
COMMENTI (3)
SAMUEL TOP !!!
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