Post rock ragionato che ammicca al pop per i timpani dell'ascoltatore. "Ocean" è un punto di partenza che merita di essere alimentato con un seguito di qualità.
Una continua voglia di scoperta e ricerca musicale incessante caratterizzano la formazione artistica di Andrea Mainini, che dopo aver gravitato l'universo metal nei suoi trascorsi si mette in proprio confezionando un disco libero, autoprodotto e totalmente indipendente dal titolo “Ocean”.
Il suo extended play d'esordio è composto di sei pezzi dalle coordinate decisamente lontane dai canoni e dalle tendenze della discografia italiana dei giorni nostri. Insieme ad un nugolo di collaboratori, l'artista milanese ha firmato di proprio pugno le musiche e le (scarne, ma presenti) parole che formano una proposta d'ascolto espansa, da metabolizzare con il giusto background e riservandole una certa quantità di attenzione. Il post-rock nostrano vive e germoglia in brani come “Sunny day” e la title track “Ocean”, mediante composizioni che superano abbondantemente i sei minuti e ben dispongono ad un'impostazione orchestrale della forma-canzone. Cura nei suoni e giochi di dinamismo tra rapide ascese e tesi rallentamenti non si risolvono in un semplice esercizio di stile fine a se stesso: Andrea Mainini coinvolge, aprendosi anche a certe sonorità pop che nel complesso non sfigurano di certo, come testimoniato dalla chiusura decisamente più easy e piacevole concretizzata con la doppietta “Silent Love” - “Let Them Go”.
“Ocean” è un disco contro il tempo, che cristallizza un momento storico della musica e gli regala nuova linfa vitale. Ma il post-rock è solo un punto di partenza per un progetto che brilla di carisma e inventiva propria; in futuro ne sentiremo sicuramente delle belle, basta non snaturarsi per correre dietro a qualche fata morgana, ma continuare sulla propria strada per quanto ripida possa apparire.
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La recensione Ocean di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-04-21 01:08:00
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