La strada è deserta, il vento è buono e il momento è perfetto per partire con una busta di carta
Strada dolce casa. L'orizzonte è deserto, il vento è buono e il momento è perfetto per partire con una busta di carta piena solo del vuoto di una vita comune. Lo sguardo è aperto e l'animo solitario è percorso da assoli di elettricità rock. Lungo il cammino si affacciano pensieri su quanto a volte la routine quotidiana che ci viene imposta possa somigliare all'inferno, sull'utilità di una libertà rock and roll e sul valore reale dell'amore. Non può mancare poi la pioggia sulla pelle e sui capelli, a pulirci le idee, o forse è soltanto ancora un po' di vento che ha iniziato a lacrimare. Il viaggio stesso diventa la scoperta del fatto che siamo vagabondi in un'esistenza sciocca, allietata tutt'al più da una bella ballad ben suonata, ancora meglio se voce e chitarra.
D'altra parte è proprio così che nascono queste canzoni: nel silenzio di una casa in due sole notti, il 4 e 5 febbraio, "cantando i ritornelli sottovoce per non svegliare i vicini". Il concept album "Road Sweet Home" del cantautore folk rock di Milano Giulio Larovere mette in musica un diario, piuttosto raro, che ripercorre i 30 anni di vita hippie on the road dell'americano John Knewock, dal 1968 in poi, ma sfiora anche la storia di ognuno di noi, i sentimenti, i dubbi e le contraddizioni. Il disco è impreziosito dalla pre-produzione di Giuliano Dottori allo Jacuzi Studio: tutti gli strumenti sono stati registrati analogicamente con amplificatori a valvole, un piano Fender Rhodes originale anni ’70, un sax, un basso, la batteria e le chitarre grandi protagoniste.
In un panorama liquido bombardato da pezzi sintetici, creati per colmare lo spazio di una meteora di pochi secondi, questi brani aiutano a ricordare cosa significhi ascoltare musica che racconta una storia, musica suonata che fiorisce da un'ispirazione autentica, musica capace di emozionare per dirla banalmente, anche se forse nella presentazione del progetto servirebbe qualche informazione in più sull'introvabile diario di John Knewock.
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La recensione ROAD SWEET HOME di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-06-18 15:25:41
COMMENTI (12)
@FrancescoCarrubba grazie a te e "Viva il lupo!"
@433 Grazie e in bocca al lupo!
@jacuzistudio Ciao Giuliano, grazie!
@pons legcy.co/3vKSRGU Ecco qui... passati i "captcha" dovrebbe vedersi!
@433 ciao, il sistema antispam ha cancellato il link che era troppo lungo, se riesci mettilo di nuovo con un tiny url.
@FrancescoCarrubba spero di aver risposto ai vostri dubbi ;)
In ogni caso, grazie
@jacuzistudio grazie!
@pons sono contento che ti abbia fatto quest'effetto. Quando ho ascoltato "Rain" appena masterizzata mi è partito lo stesso trip! Pensa che l'ho ascoltata e pioveva pure, tempismo perfetto! Grazie.
Ciao a tutti! Innanzitutto grazie per la bellissima recensione.
John Knewock è uno pseudonimo di John Miller Cowen ed è realmente esistito.
Purtroppo non posso mettere la foto del suo diario qui ma se andate sul mio profilo Instagram e scorrete nel feed la potrete trovare.
Il diario è stato redatto, condensato e stampato unicamente per i suoi amici più cari e, come ho raccontato, una mia cara amica e compagna di teatro ne ha una copia che mi ha prestato e questo ha fatto si che questo bellissimo progetto diventasse realtà.
Vi lascio questo link di un "memorial" che ho trovato cercando il suo vero nome su Google.
Grazie a tutti, spero che il mio lavoro e il messaggio di John faccia un bel giro del pianeta e vi piaccia ascoltarlo.
Giulio Larovere
Ciao! Vi posso garantire che è esistito…
Giuliano Dottori