Bambo è un rapper brillante e irriverente, ma non sfugge davvero ai cliché del rap contemporaneo
L’identikit di Bambo Passero potrebbe essere grosso modo questo: 50% rapper brillante, giochi di parole e citazioni super pop alla Fausto Lama, metriche abbastanza vecchia scuola ma senza nessun legame con la cultura hip-hop, un po’ come un Caparezza smaccatamente pop o un Napo più innocuo; 30% pop rap contemporaneo: produzioni orecchiabili arrangiate con gusto radiofonico, pezzi emotional bilanciati con braggadocio da rapper, uno spruzzata di autotune e trap style, insomma tutto l’armamentario che ha reso il rap il verbo per antonomasia della nuova musica pop; 25% umorismo tardo millennial, pillole di nichilismo e disillusione come un Pippo Sowlo meno LOL rap. Insomma, il primo album del rapper di Como mette in mostra parecchi tratti diversi rispetto alla maggioranza dei prodotti rap sul mercato, e probabilmente l’obiettivo, considerato che Bambo si impegna a presentarsi come un non-rapper, è proprio questo. Andando un attimo sotto la patina, però, ritroviamo proprio tutte le caratteristiche ormai un po’ stantie del rap degli ultimi anni: l’onnipresente retorica della sfida verso gli altri rapper, forse con toni più scherzosi del solito ma che stanca comunque presto, l’ammiccamento al politicamente scorretto con un neg*o e un paio di troia, anche qui in chiave ironica ma non necessariamente divertente, commenti irriverenti e presunte provocazioni distribuite in giro (non so se avevo mai sentito un riferimento a quelli da giù in un disco di un rapper del nord, e forse non mi mancava). Niente a cui la scena rap non ci abbia abituati, nel bene e nel male; ma in questo caso è un po’ un peccato perché Bambo ha tutte le potenzialità per fare qualcosa di diverso e in alcune tracce, soprattutto nella prima parte del disco, ce lo fa sentire: rime e tecnica superiori alla media, un’attitudine cazzona e divertente che può essere ben direzionata , produzioni giuste. Speriamo che in futuro le metta più in luce lasciando da parte qualche cliché.
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La recensione Gita di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-06-19 19:57:21
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