L'EP d'esordio space stoner degli avellinesi Red Kosmo
Quello degli avellinesi Red Kosmo è uno stoner che in qualche groove e apertura ricorda il classico sound targato Kyuss (Red Kosmo), ma al posto della polvere del grunge e del deserto c'è un timbro chitarristico più asciutto e tagliente, un riffing più tipicamente metal, innanzitutto in chiave doom, a là Electric Wizard (Close The Door) ma proiettato verso lo spazio più che verso l’area esoterica. Emerge però anche la radice profondamente sabatthiana del genere, più classicamente heavy, tra i power chord, le linee vocali e l'impostazione della voce che più di una volta ricorda Iommi&soci e, quando tende verso sonorità più contemporanee, anche l’Ozzy nu metal a cavallo del passaggio di millennio (Red Kosmo). L’omonimo EP d’esordio dei Red Kosmo è un album per molti versi ancora acerbo, dai suoni e dalla produzione alla resa del cantato inglese, passando certe strutture un po’ prolisse che, soprattutto nei primi due brani, iniziano a suonare inutilmente ripetitive quando ci si avvicina alla fine del minutaggio. Proprio il brano più lungo, Close The Door, riesce in realtà a dribblare il problema proponendo un’alternanza tra riffing quasi thrash e rallentamenti cadenzati, mentre After All It’s Only A Vision gioca sui cambi tra un pulito vagamente psichedelico e distorsioni modulate. Al netto di tutto, non manca la giusta dose di groove e di incedere metallico, con atmosfere indovinate e sonorità che, per quanto classiche, sono sulla strada giusta per giocarsela bene all'interno della nicchia stoner metal. Da una zona come l’Irpinia che è certamente provincia dell’impero, però ricca di movimento e band rock e metal che nei paesaggi e nell'atmosfera della Campania montuosa probabilmente trovano una buona fonte di ispirazione, anche se da declinare in chiave spaziale come in questo caso.
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La recensione RED KOSMO di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-05-25 23:14:00
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