Angelo & gli Apostoli A&A 2006 - Rap, Hip-Hop, Elettronica

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Esistono gruppi che preferiscono non dire stupidate, nelle canzoni. Ma nel tempo in cui descrivono questa loro pregevole scelta son passati tre minuti e non hanno detto un cazzo. Sto gruppo fa così. “La voce di un disagio generazionale”, dice uno degli apostoli. Disagio? Un ennesimo tentativo di imporre l’idea di una generazione spenta e sfigata. Intralciate, non è così.

Miseri da riunire in definizioni, che pretendono la soggettività, tutta una generazione di persone che scopa e che fuma, che pensa e che ascolta le robe del Dirty South. Non saremo forse mai parificati ai sediziosi che furono della Beat Generation, ma l’inclinazione fascinosa a scoprire, inventare o contrastare esiste anche nel nostro tempo. Probabilmente non da Angelo & Gli Apostoli, ridotti male da filtro e cartina; qualcun altro direbbe che bisogna anche saper fumare con stile o addirittura chi poetizzerebbe “smoke sensimilea for the creator”.

“La vita è priva di futuro”, proferiscono conducendo a veri gesti propiziatori. Questi parlano di un tale Costantino, di Porta a Porta, con espressioni codificabili anche dal feto di una ragazzina priva di sapere messa incinta a tredici anni. Trascurando la spaziosità rara di cavare punti di profondità verbale e accarezzare magari quelle stesse mediocrità, anche se in forme elegiache ma con stile. Impreparati, inesperti e maldestri. I Cypress Hill, Eminem sono lontani, troppo lontani da questo tentativo di prenderli a modello. All’opposto (!)
Un raduno di simil-rap insipido ammollato in un’atmosfera nebbiosa con metriche distese su beat plastici e cupi, rivivendo a loro modo Gruff o Deda, maestri di semplicità e immodestia, ma niente di nuovo. E quando si disuniscono dalle robe degli anni novanta, toccano flow tesi come fa Yoshi o Primo Brown. Quindi cercando di imitare, scimmiottano. Con le dovute scuse ai veri rapper richiamati per un prodotto che non merita neanche queste righe. Maltrattato da questa insofferenza uditiva, ma con la coerenza di commento a questo album che A&A ci hanno volontariamente inviato per farne parole, ogni due canzoni stoppo e ascolto Kurupt, Mop, Beenie Siegel per riprendermi la felice realtà di una generazione attiva, positiva e viva. Che è appagata dagli stimoli neurotonici dell’erba e della buona musica. Tutta. E dopo l’irritante attesa della fine uno di questi finti rapper rivela: “decine di cazzoni pronti con le recensioni sulle tue canzoni”, allora spacco il cd e andate affanculo.

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La recensione A&A di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-01-25 00:00:00

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