Tra casini personali e pandemia in corso, Silek torna con cinque tracce belligeranti nel nome dell'hip-hop. Tanta qualità, come ormai ci ha ben abituato.
Torno a scrivere dell'MC Silek ad un anno (e qualche mese) di distanza dal precedente “Carnival”. Un album robusto, in linea con la produzione artistica inedita del rapper di stanza a Padova, con trascorsi trasversali ai generi, nel cosmo della musica. L'opera che spezza il silenzio si intitola “Para Bellum”, curata quasi integralmente dall'artista che mette la propria firma in copertina.
Sono cinque brani a loro modo belligeranti: non è stato un anno di pace, per niente, quindi lecito che Silek metta in barre quel connubio di casini che sono una pandemia in corso ed eventi personali molto complessi. Perché le cose belle, come gli scazzi, hanno sempre un tempismo di un certo rilievo; ecco quindi una sferragliata di hip-hop con tutti i crismi del caso, dai titoli che sembrano codici di riconoscimento meccanografici e con piccole concessioni alle devianze del suono. Nulla che riesca effettivamente ad evadere dai concettualismi del rap nella sua declinazione Boom Bap, perché questo è il credo artistico e non avrebbe senso rinnegarlo.
“Para Bellum” conferma, quindi, la solidità di Silek e la sua visione della musica, del flow e della metrica. Come ormai ci stiamo piacevolmente abituando, esecuzioni valide, scevre da errori di sorta si accompagnano a quelle narrazioni a metà fra universale e personale che possono restituire una significazione più profonda ed empatica da parte dell'ascoltatore.
Si vis pacem, para bellum.
È sempre così.
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La recensione Para Bellum di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-06-04 12:51:28
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