L'esordio del pianista salentino è un ritorno cosciente ai fondamentali della musica classica europea
Le otto tracce per piano solo di Present Past sono una dichiarazione di intenti fin dal titolo: un ritorno ai fondamentali della musica classica europea, quelli della tradizione sinfonica ed operistica dei secoli d’oro dell’armonia occidentale e la loro declinazione più contemporanea nelle colonne sonore classiche, nel jazz orchestrale più classicheggiante. Insomma, lontani da qualunque tensione neoclassica essenzialista, dal minimalismo ambient della musica per pianoforte contemporanea, e verso una scrittura sicuramente di maniera ma che prova a farsi forte delle componenti ritmiche, armoniche e melodiche su cui si è edificata la concezione occidentale della musica. Il debutto di Lorenzo Carulli si presenta se non altro come un lavoro concettualmente interessante, soprattutto considerando la giovane età del pianista salentino naturalizzato romano. A partire da queste premesse teoriche si sviluppa comunque una gamma momenti diversi, da quelli più solenni o introspettivi alle atmosfere più spensierate e conviviali, valorizzate dalle inequivocabili capacità esecutive e di arrangiamento di Carulli. Capacità che invece forse non sono valorizzate a dovere dal comparto tecnico del lavoro, che non sempre riesce a restituire la limpidezza del suono e la varietà dello spettro armonico del pianoforte, tanto caratteristici dello strumento nella sua concezione più classica e tanto più importanti in un lavoro del genere. Certo, va detto che la ricerca musicale al momento sembra andare da tutt’altra parte rispetto all’orizzonte proposto da questo lavoro; inseguendo le forme essenziali e le potenzialità del suono come oggetto, oltre la secolare egemonia della musica occidentale e alla riscoperta di linguaggi silenziati nei secoli. In questa prospettiva ‘Present Past’ è sicuramente un album per certi versi nostalgico o reazionario, ma se la musica non è una linea retta che si sviluppa lungo la linea di un progresso inevitabile, quanto piuttosto un gioco imprevedibile di avanzamenti e ritorni, riproposizioni e sovrapposizioni, al suo intern c’è spazio anche per una narrazione coscientemente sviluppata su premesse diverse e canoni storici che, non a torto, si assumono almeno potenzialmente, ancora validi.
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La recensione Present Past di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-06-13 20:31:38
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