Classe 1998 da Cinecittà in Roma. Non male
Fuori Da Un Oblò di Jeson è, meglio dirlo subito, un buon disco di hip-hop che però, e qui sta almeno per me il punto di maggiore interesse dell'intero lavoro, mostra i migliori lati di sé nelle componenti più tradizionali dell'opera. Ma andiamo per ordine.
Jeson è un ragazzo del 1998 nato a Cinecittà, a Roma che appunto esordisce nel mondo musicale con un disco ben prodotto e ben scritto che, in maniera abbastanza inaspettata, sbrilluccica proprio nei punti in cui si dimostra più conservativo. Prendiamo come esempio un pezzo, anzi il migliore pezzo dell'album, almeno per me. Sto parlando di Offline. Ecco Offline secondo me è il metro di paragone con cui si può giudicare un lavoro come questo.
Sostanzialmente è un pezzo che, dal punto di vista strettamente musicale, si sarebbe potuto produrre anche nel 1998, anno di nascita del "nostro" artista. E questa cosa è cosa buona e giusta perché proprio questa patina quasi vintage dona rotondità e forza alla traccia, ben sostenuta da un testo, firmato appunto da Jeson, che non è niente affatto banale.
Ecco, l'unione tra un testo fresco come quello del romanzo (fresco ma non banale, va sottolineato) e arrangiamenti molto spesso conservativi danno all'intero disco gambe forti sui cui camminare, alle volte correre. Quando invece si vuole spingere troppo sullo "spirito dei tempi" il risultato, per il mio gusto ovviamente, è molto meno riuscito. Insomma, tornare indietro per andare avanti giusto?
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La recensione Fuori Da Un Oblò di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-07-08 08:08:01
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