La tradizione tutta italiana del dopolavoro produce un bell'EP di stampo cantautorale: i Rellas suonano, c'è poco da dire a riguardo, quindi sono obbligatori ulteriori sviluppi.
Senza troppi fronzoli di maniera i Rellas si presentano come degli onesti dopolavoristi ferroviari di Granarola. La passione per la terra e per il Fiat cingolato 605, oltre (suppongo) ad una certa propensione per la musica li porta a diventare un supergruppo, che si presenta oggi con l'extended play “Quadrifoglio”.
Sei tracce (una delle quali registrata live) che ci presentano questo progetto fatto di otto ore di lavoro, otto ore di sala prove, otto ore di speranza in un futuro da musicisti a tempo pieno (proprio come richiesto dai sindacati di categoria, se la memoria non mi gioca tiri mancini): i testi cantati in italiano, rarefatti e a loro modo crepuscolari, vengono sostenuti da una miscela sonora che presenta crismi ben precisi ma anche una certa originalità; fin dalla prima nota che si scatena in questa proposta d'ascolto, la propensione rock incontra una certa pettinatura cantautorale, gusto per le contaminazioni e competenza nell'utilizzo degli strumenti. I Rellas suonano, c'è poco da girare intorno, e si concedono ampie sezioni strumentali ed un brano interamente privato della componente vocale ("Voglio vederti nuda"), enfatizzando quella che, a tutti gli effetti, può rivelarsi un asso nella manica del sodalizio di stanza nelle Marche.
È tutto abbastanza sfuggente, probabilmente per questo ancor più affascinante: attorno a “Quadrifoglio” non ci sono grosse narrazioni, ed il focus si concentra totalmente sulle canzoni e la bravura dei musicisti che le hanno plasmate. Nonostante mezzi certamente non faraonici, si riescono ad intravedere sentori validi, ed il parere complessivo è che ci sia ancora molto da dire e da ascoltare.
Sono più che obbligatori ulteriori sviluppi.
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La recensione Quadrifoglio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-07-03 04:54:43
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