IlCervelloLa Crisi2021 - Rap, Metal, Elettronica

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L'esordio sulla lunga distanza di Il Cervello non oltrepassa consueti limiti stilistici pur proponendo analisi tematiche tutt'altro che scontate

Possono esserci due diversi approcci attraverso i quali farsi un'opinione quanto più concreta possibile di un album come La crisi, esordio sulla lunga distanza per Il cervello, progetto personale di Antonio Preziosi che, in questo caso, si avvale di una collaborazione full band targata I Flussi di Coscienza. Il primo consiste nell'oltrepassare un certo scetticismo di fondo dato dal ritrovarsi dinanzi all'autoaffermazione di genere 'elettronica-metal-rap' per poi avvertire, in fin dei conti, soltanto una di queste caratteristiche in maniera evidente e corposa, arrivando dunque a constatare quanto certe scelte stilistiche, spesso, possano risultare alquanto distanti da pur genuine e sincere intenzioni di partenza. Il secondo, invece, considera il lavoro complessivo come il risultato di un percorso desideroso di avvicinare un pubblico potenzialmente vasto e magari multiforme in termini di gusto musicale, laddove proprio il concetto di gusto odierno viene continuamente messo in discussione da una passività di ascolto che domina il mercato e rende ogni forma di esperimento inutile per le tasche dei soliti noti.

Tenendo lontano il primo futile approccio, viene da chiedersi quanto possa realmente essere utile optare per una semplificazione complessiva che rischia, il più delle volte, di conformare il tutto a migliaia di altri prodotti già sentiti e risentiti su uno qualsiasi dei tanti network che affollano sia le onde medie che la rete, a discapito di chi avrebbe da dire magari le stesse cose ma proponendo elaborazioni più consone a un'idea di evoluzione sonora, fin dove possibile.

La base strutturale di un progetto come Il Cervello, come ovvio, è il rap, che emerge in tutta la sua potenza discorsiva nel precedente Ep d'esordio e prosegue lungo una strada ben delineata su tematiche individualiste molto serie anche quando incentrate su considerazioni relative ai rapporti di coppia. Nel caso specifico di La crisi, però, l'elettronica è molto meno influente rispetto alla precedente esperienza in studio – più orientata verso arrangiamenti melodici che verso strutture sonore compatte e decisive – e ciò che viene definito metal, in realtà, è un pop-rock di stampo radiofonico, semplicistico nella forma ma personale nei contenuti, poco stratificato ma buono per passaggi mediatici quotidiani che, però, rischiano di offuscare la sostanza di quanto espresso in testi con passaggi qualche volta scontati ma ben diretti verso una sostanza emotiva considerevole.

Il nesso del discorso, allora, si basa sull'accettare o meno di far proprio l'ennesimo prodotto – più o meno involontariamente – standardizzato. Perché, al di là di ottimi spunti techno e IDM (Berlino), hard rock alla Muse in levare (Eclissi) e spunti – lì sì – metal riservati a scream e breakdown (Maelstrom), poco emerge in termini sonori – e quindi emotivi – da un'anima compositiva indiscutibilmente interessante e fatta di contrasti, di riflessioni intime e mai banali, di scontri allo specchio con un Io in eterno andirivieni tra una faccia e l'altra della medaglia esistenziale.

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La recensione La Crisi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-12-21 11:29:00

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