Un album che guarda ad orizzonti differenti, legati al percorso precedente ma con uno sguardo profondo in prospettiva
All’alba dei trent’anni di carriera e degli oltre venti di esposizione al grande pubblico, Max Gazzè non deve più dimostrare di che pasta è fatto. La sua produzione e la sua presenza sulle scene, costante e discreta, ne hanno fatto nel corso del tempo una figura rassicurante della musica di qualità, attenta al dettaglio e alle sfumature, ma allo stesso tempo accessibile e dunque popolare.
Uno stile ben definito che ne ha fortificato l’identità fino a rendere i suoi brani estremamente riconoscibili ma allo stesso tempo limitarne alla lunga l’efficacia dell’impatto.
Per questo, così come per gli ultimi lavori dell’artista romano, “La matematica dei rami” è un album che guarda ad orizzonti differenti, legati al percorso precedente ma con uno sguardo profondo in prospettiva.
Le dieci canzoni che lo compongono hanno seguito percorsi distinti, nate dal contributo di autori diversi, e via via trasformate in un elemento omogeneo dalla coesione musicale e dall’affinità di intenti. La Magical Mistery Band non è soltanto il super-gruppo che ogni artista sognerebbe di avere al proprio seguito (Fabio Rondanini e Daniele Silvestri, per nominare due elementi di spicco), ma anche e soprattutto un nucleo armonico di amici, la cui unità creativa genera, per forza di cose, un risultato che va oltre la somma delle singole parti.
L’ascolto si sofferma innanzitutto sui due pezzi già editi e presentati all’ultima edizione del Festival di Sanremo: “Il farmacista”, ironica e vivace, si dimostra un brano solido, che cela dietro un’apparente leggerezza il tema dell’accettazione degli altri. E poi “Del Mondo”, coraggiosa cover di uno dei brani più poetici della produzione del Consorzio Suonatori Indipendenti, che oltre ad essere estremamente rispettosa dell’originale, ne esalta alcuni aspetti, con l’indubbio merito di aver concesso al grande pubblico il privilegio di poterla ascoltare ancora, ad oltre venticinque anni dalla pubblicazione nell’album dei Csi “Ko De Mondo".
Per il resto, “La matematica dei rami” procede tra spazi aperti e riflessioni intime: “Considerando”, che scava in profondità tra le contraddizioni dei rapporti sentimentali, l’intensa “Attraverso”, tra immagini nitide e poesia, l’evocativa“Figlia”, dalla forte connotazione emozionale.
In mezzo i due brani composti da Lorenzo Lombardi, già frontman dei Kaufman, insieme a Marco Franzoni, “Le casalinghe di Shanghai” e “Autoanalisi”, che spostano il gioco su un registro più consueto e per certi versi radiofonico, e per questo appaiono meno efficaci nel contesto generale.
“Il vero amore” e “Un’altra adolescenza”, canzoni giuste che hanno la spinta per spostare in alto il livello complessivo della produzione, fino alla coinvolgente “L’animale guida”, scritta da Simone Eleuteri, alias Danno dei Colle Der Fomento e da Lorenzo Fortino, altrove conosciuto come Dj Craim, originale e onirico viaggio dentro la conoscenza di se stessi.
Nato in un contesto di unione umana e creativa, l’energia di cui “La matematica dei rami” è pervaso si attacca alle canzoni per arrivare intatta all’ascoltatore, restituendo in musica uno spazio accogliente in un momento di grande incertezza.
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La recensione La Matematica Dei Rami di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-04-13 16:51:30
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