Un disco intimo e sensuale che abbandona la dimensione baustelliana per lanciarsi in un mondo di puro pop sintetico
Dopo il debutto solista di Francesco Bianconi, in casa Baustelle è arrivato anche il turno di Rachele Bastreghi, all'esordio con Psychodonna, un disco attesissimo da tutti i fan della band di Montepulciano. A dire la verità, Rachele ci aveva già provato sei anni fa con l'ep Marie, ma questa volta le aspettative sono parecchio più alte.
Per questo motivo l'approccio al suo lavoro deve essere sostanzialmente diverso: a livello stilistico siamo più vicini ad un pop italiano tutto cuore e pochi fronzoli, ricamato sull'uso massiccio di sintetizzatori che guardano parecchio agli anni Ottanta. Sarebbe bastato buttare giù un paio di melodie efficaci e il disco avrebbe convinto a pieno i fan di sempre, ma la Bastreghi aveva un'urgenza diversa. Nel suo disco decide di abbandonare le melodie seducenti e "schifosamente pop" degli ultimi Baustelle e si lancia verso mondi rivestiti esclusivamente di pop sintetico. Tra gli episodi più pazzerelli si segnalano Not For Me e soprattutto la title track, senza dimenticare la corale Due ragazze a Roma (con ospiti Meg e Chiara Mastroianni). Il pop danzereccio di Fatelo con me ci rimanda ai tempi d'oro di una giovanissima Anna Oxa in stile Suicide, mentre l'eco dei Matia Bazar e del Battiato più sperimentale si diffonde qua e là in tutte le canzoni del disco. Una serie di elementi che contribuiscono ad alimentare l'idea che la Bastreghi abbia attinto a piene mani da un certo immaginario italopop ben distinto. E poi ci sono tante sfumature dell'anima di Rachele, individuabili specialmente in brani come Penelope e Lei, specchi di una ricerca che porta questo lavoro ad essere un autentico manifesto della sua personalità.
Psychodonna è un lavoro con un'identità precisa e delle coordinate riconducibili ad un background musicale che, in qualche modo, la Bastreghi ci ha saputo sempre far apprezzare. Un disco intimo e a tratti carico di sensualità, ben costruito da un'artista fondamentale per la musica italiana degli ultimi due decenni.
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La recensione Psychodonna di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-05-07 08:58:00
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