Un progetto indie che nasconde un promettente cantautorato.
Questo è l'ennesimo progetto indie, vero. Non è un bene, non tanto per la musica
italiana, non tanto per l'indie stesso, ma soprattutto non è un bene per alcuni buoni cantautori che si lanciano in questo genere ormai stanco, fuori tempo massimo. Dispiace quando a caderci ci sono autori come Bova, che ha guizzi interessanti all'interno dei testi, che se non fossero forzati in riferimenti anni '80 fin troppo sentiti avrebbero anche il quintuplo della potenza.
Al netto dell'"indiesmo" finito male, Hawaii ha testi e armonia, arrangiamenti ben costruiti con elettronica quanto basta e qualche elemento di disturbo che mostra una personalità anche di gusto sonoro ben più ampia dell'it.pop. A reggere il tutto, fondamenta compositive che vedono incontrare Lo Stato Sociale, De Gregori – Hawaii, piccolo gioiellino – ma anche la scuola romana e Baustelle – Mondo Animale – alla ricerca comunque del ritornellone tommasoparadisoso, che comunque non è detto che sia necessariamente un male.
Riferimenti televisivi e cinematografici – la Rai, Real Time, National Geographic, ma anche Niki Lauda, De Niro e Vanessa Paradis – e all'attualità – Pangolin, Polvere che fotografa perfettamente smarrimento e paura su una melodia disincantata e allegra, ma soprattutto Tangenziale 2.0. Insomma, le canzoni, i pezzi ci sono, e senza la sovrastruttura indie avrebbero avuto ancora più forza. Se non altro, proprio Tangenziale 2.0 che scappa da quello stereotipo, risalta per la sua qualità, sembra un altro disco, di qualcuno che promette veramente benissimo.
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La recensione HAWAII di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-09-26 00:00:39
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