Tell Uric è un buon disco dal respiro internazionale
Nell'approcciarmi a Tell Uric di Luigi Porto ho avuto, lo confesso, un atteggiamento piuttosto ambivalente. E questa modo di comportarmi mi è arrivato, piuttosto spontaneo per altro, sin dalla prima canzone proposta, ovvero Gabor. Gabor, infatti, è a mio avviso un ottimo modo per presentare le caratteristiche, sia quelle positive che quelle meno, dell'intero album. Siamo di fronte a un lavoro che ha respiro, ambizioni e intonazioni piuttosto internazionali, con una produzione al di sopra della media e un'attenzione, va detto abbastanza rara, per la cura dei suoni eccellente.
Tuttavia, come ho ricordato anche in precedenza, non tutto convince. Ad esempio Gabor per circa tre minuti "funziona" che è una meraviglia, con un ritmo suadente e coinvolgente una sensazione di eleganza diffusa. Poi, ahinoi, qualcosa si rompe e si assiste a una specie di "esibizione di bravura" sia a livello canoro sia a livello di arrangiamenti un po' fine a se stessi. Intendiamoci, la "materia sorgente" è ottima e, ancora una volta, è utile e importante ribadire come si stia parlando di un buon, se non ottimo, disco.
Tuttavia, sempre per il mio gusto personale, avrei preferito meno parti simil-liriche, che paiono davvero messe lì apposta solo per dimostrare "quanto si è bravi" e magari qualche cambi di orchestrazione più repentine e sorprendenti, ma nel vero senso della parola.
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La recensione Tell Uric di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-07-30 08:05:59
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