È comune leggere interviste in cui artisti cercano di rifiutare una catalogazione delle proprie opere in determinati generi. Suona strano, dunque, che nei contatti avuti con il gruppo sia stata ribadita più volte da parte loro la precisa appartenenza ad un genere, peraltro molto specifico. Gli Adramelch, infatti, si presentano come gruppo epic-prog-metal e va subito detto che i riferimenti sono quanto mai calzanti.
Nel disco, infatti, si possono trovare tutte le marche distintive di queste categorie musicali; il canovaccio che va per la maggiore prevede una delicata intro a chitarra acustica che viene poi travolta da una cavalcata di elettriche in puro stile metal. Il termine "ippico" non è casuale, dal momento che le tematiche del disco si muovono in un ambito cavalleresco, che si snoda tra crociate e inquisizione, battaglie e religione, sostenute da una musica sempre sfruttata per rinforzare l'eroicità delle gesta cantate. Il gruppo suona molto bene, con compattezza ed energia rare, che probabilmente vanno fatte risalire alla lunga esperienza del gruppo (il primo nucleo nasce nel 1987).
Qual è il problema allora? Il problema è una sostanziale chiusura verso l'esterno, verso un pubblico che non è amante del genere e che qui, con ogni probabilità, trova conferma a tutti i motivi che non gli permettono di essere il perfetto ascoltatore metal. Per chi apprezza, al contrario, è un disco rassicurante, bello e completo e la sensazione, tornando alle prime righe, è che l'obiettivo del gruppo sia decisamente questo.
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La recensione Broken History di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-03-28 00:00:00
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