La signorina ?Alos è Stefania Pedretti (Ovo, Allun) o meglio il suo alter ego. Cucina rigorosamente vegetariano durante le performance, mixando il rumore della preparazione culinaria a quello degli strumenti, tra i quali l’eclettica voce. Nello spettacolo esce fuori la sua anima, emozioni che traduce in versi piagnucolati, balbettati, masticati e inventati.
?Alos è un groviglio di sentimenti che esplodono in un vortice di musica sperimentale sulla quale si innalza una vocina-vocione che “canta” non nel vero senso della parola. Un’atmosfera sognante in cui si alternano violino, chitarra, sonagli e una voce che oscilla tra il tenero e il mostruoso. La graziosa signorina, timida e amorevole, porta un braccio fasciato e qualche ferita sul volto, cicatrici che sono i segni delle ferite nell’anima, ricordi indelebili che lacerano e a volte affiorano. Come quelle che compaiono in questo cd. Conosciamo solo le date. Agosto 1976 è la sua data di nascita: qui il violino si contorce e su di esso si poggia un soffio ansimante che bisbiglia qualcosa di indefinito. Dopo 52 secondi farfugliati il secondo pezzo mostra il lato più giocoso di ?Alos, in cui chitarre aguzze e violente stridono entrando in commistione con una base elettronica costante mentre una stramba voce recita le stesse frasi per quasi tre minuti. La musica spietata sembra voler risucchiare la cantilena monella e stridula. Poi la pistola giocattolo di Stefania spara suoni spaziali mentre è intenta a costruire vocalizzi diabolici, su un ritmo tribale ossessivo. >Capriole vocali e rumori sperimentali, in cui lo strumento non suona mai “normale”, ma si sgancia del suo uso classico.
“I’m So Sexy”, sospira sensuale e provocante in “2001”, adagiandosi sui rumori sgangherati di pianoforte e chitarra insieme a un intenso ritmo elettronico. A volte pizzica il violoncello costruendo una melodia jazzata tendente alla dolcezza. Poi ancora manipolazione elettroniche e una voce elettrica che cambia umore, dal grottesco al cartoon. In alcuni momenti si apre il baule pieno di ragnatele ed escono fantasmi del passato con violini spettrali, interrotti selvaggiamente da basi di elettronica e voce schizoide. L’inconfondibile piano di Mae Starr, la tastierista dei Rollerball, chiude in bellezza facendo penetrare una malinconia straziante che unita ai vocalizzi inquietanti e ad un violino stridente, da vita ad una melodia al alto tasso di tristezza. “Sola” è il titolo di 7 minuti di versi deliranti che terminano pacatamente dopo una sfuriata rumorista.
?Alos è il personaggio di una favola macabra, una signorina birichina che esprime le proprie emozioni attraverso un cantato tormentato costruendo canzoni tenere, d’amore e di rabbia, trasformandosi da streghetta malefica e convulsa in vispa e irrequieta bambina che gioca con melodie pazze o in una fanciulla seducente che incanta. Qui ?Alos rispetto alla performance dal vivo appare molto più decifrabile e meno misteriosa, con qualche accenno alla melodia. A ognuno la capacità di interpretare queste tracce, pregne di ricordi incancellabili. Solo date. La musica è la sola in grado di svelare i contenuti interiori.
---
La recensione Ricordi Indelebili di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-03-15 00:00:00
COMMENTI