Un cantautorato emotivo e spontaneo che disegna paesaggi interiori molto personali. La dimensione sonora richiama le notti di Nick Drake, il folk di Neil Young e le melodie più accattivanti degli anni '80.
Beehives of Resistance è il titolo del quarto lavoro in studio di Massimo Giangrande, interessante cantautore classe '73 con diverse collaborazioni importanti alle spalle (Greg Cohen, Vincent Ségal, Awa Ly , Tuck & Patty, Earl Harving, Aly Keita).
Dopo l'esordio nel 2008 con Apnea e l'intensa collaborazione con il collettivo Angelo Mai, decide di trasferirsi sull'Appennino tosco emiliano per dedicarsi alla composizione di musica in lingua inglese, miscelando elettronica e cantautorato in alternanza con la produzione di colonne sonore.
In questo nuovo disco sono presenti dieci tracce di songwriting emotivo, spontaneo e minimale. Gli arrangiamenti si spogliano e si muovono nudi verso la costruzione di un paesaggio sonoro interiore molto personale, una dimensione che vuole essere la roccaforte per costruire un nuovo linguaggio e una nuova visione del mondo. Giangrande ci guida alla ricerca di un altrove emotivo che è rimasto per lungo tempo nascosto dentro un'anima collettiva ormai deteriorata.
Il sound spazia dalla neo-psichedelia del singolo "Metal Rain" (che presenta alcuni tratti tipicamente Badalamentiani) al soul di "Let It All Go", passando per il folk pop di "The Scene Of The Crime" che contiene diversi richiami al Neil Young di Harvest.
Massimo Giangrande ci regala una piccola perla della canzone d'autore contemporanea, andando ad arricchire i brani con delle scelte sonore dal taglio squisito e ricercato. La qualità e lo stile degli arrangiamenti collocano questo disco in un mondo a metà tra il cantautorato notturno di Nick Drake e la dimensione melodica degli anni '80. Una delle cose migliori ascoltate quest'anno.
---
La recensione Beehives of Resistance di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-09-18 08:10:00
COMMENTI