Le fascinazioni dell'audivisivo nel disco d'esordio dei Kabirya, power trio piacentino con le idee molto chiare sul registro espressivo da adottare.
Power trio originario di Piacenza, Kabirya omaggia nel nome del progetto uno dei topos ricorrenti dell'audiovisivo italiano, che a suo modo si rivela radicato nel presente e molto efficace nella sua attualità. È il nome di una donna, che prende vita attraverso la prima release della band, intitolata “In chiaroscuro” per Orzorock Music.
Sono dieci tracce (comprensive di una cover) a comporre la prova d'ascolto complessiva: i territori sonori attraversati da Kabirya sono riconducibili all'alt-rock di matrice analogica con incursioni delle strumentazioni digitali. È tutta una fascinazione che ruota attorno alle ispirazioni del mondo filmico: l'intero album è ispirato a un film di Wim Wenders, come anche la title-track che si presenta come congedo all'ascolto. Ad anticiparla, la cover di “Siberia”, brano dei Diaframma che viene rivisitato con buoni risultanti nonostante la gigantesca aura ed il carisma di questa canzone rendano difficile qualsivoglia tipo di approccio. Ma dall'inizio alla fine è l'idea di un cosmo artistico ben strutturato ad emergere mentre si alternano gli episodi in tracklist: riverberi ed effetti restituiscano l'idea di un efficace studio sul suono, rendendo Kabirya una realtà sì emergente, ma con un livello di maturità da non sottovalutare.
Sono solo i primi passi, e arrivano in modo naturale e rassicurante: Piacenza torna a segnare un punto sulla mappa geografica della musica nostrana attraverso tre ragazzi con le idee ben messe a fuoco ed un disco con molte luci e pochi chiaroscuri, con buona pace dell'ironia della sorte.
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La recensione In chiaroscuro di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-09-10 19:45:00
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