Disco d’esordio di Alluders, Somatized è la lenta discesa nel baratro della follia. La cura del dettaglio e la complessità della trama sonora toccano, in questo album, delle vette estreme
Dal 22 agosto è disponibile sulle più importanti piattaforme di audio-streaming Somatized, l'album di esordio di Alluders, ovvero Hermes Conte, giovane musicista laziale, che compone, arrangia e produce autonomamente la propria musica. Dal 2019 ha iniziato a pubblicare dei singoli che confluiscono adesso in un full-lenght, che, con oltre 55 minuti di musica, costituisce uno splendido campionario tra contaminazioni elettroniche e le più dipanate forme di rock estremo.
L'approccio concreto, fatto di sensazioni fisiche, si manifesta fin dal titolo: questo giovane musicista propone 13 tracce molto dirette, che sparano nelle orecchie dell'ascoltatore una serie di sensazioni forti, a tratti sorprendenti per la poliedricità degli arrangiamenti, che non nascondono un'indole barocca, piacevolmente eccessiva, grazie alla quale qualsiasi idea viene assorbita in un'idea maggiore.
In un futuro semi-distopico, con un cielo coperto da nuvole che caratterizza negativamente lo stato psicofisico della popolazione mondiale, avvengono le vicende di due persone. Ascoltiamo il disco partendo dai pezzi più rock e “chitarristici”: My dirty lover, acida ed industriale, sviluppa un tema di chitarra di matrice sabbathiana attraverso i synth e le percussioni elettroniche. In Drown Into Madness un intro che accenna al primo Aphex Twin dopo poche battute ingloba un riff di chitarra elettrica (Alessandro Rotondi) che sa di heavy metal, e spinge il pezzo in una direzione più inquieta (Nine Inch Nails su tutti). Mentre la chitarra cede il posto al basso, limitandosi a brevi fraseggi, il brano si sviluppa tra synth a tratti dissonanti e vari delay, in un crescendo fatto da ottimi arrangiamenti, fino ad esplodere nel tecnicissimo assolo finale, con rapidissime plettrate e sweep picking. Ma se in questo pezzo Hermes ci ha fatto sprofondare nella follia con suoni sinistri e miscelati, in quello successivo, Physical Cynical l'elettronica cerca il nu metal. Nel ritornello canta Arianna Quintiliani.
Negli altri pezzi del disco, l’elettronica sviluppa altre soluzioni interessantissime. In Routine la cura del dettaglio raggiunge la sua apoteosi: in un crescendo di ritmi e suoni, a sostegno di una voce che elenca a ripetizione le più comuni azioni del vivere quotidiano, la somatizzazione della musica nell'ascoltatore risulta completa. Nella traccia di apertura, The End of Usual Days sembra di ascoltare gli Orb di Adventures Beyond the Ultraworld in un contesto più cupo (ma anche più tecnico), mentre Deathbed, a dispetto del titolo, è la traccia dell’album più regolare nel ritmo e nella struttura. Lulling Waves è una ballad disturbata, arpeggiata con xilofono ed un piano quasi giocattolo. La strumentale Falling Remembering è un momento contemplativo dopo il diluvio, Stillborns è un inquieto sussurrare di voci, suoni granitici (percussioni e chitarra verso la fine) e pianoforte che ricorda che le sperimentazioni di John Cage.
È sorprendente come Alluders riesca ad inserire un’ottima serie di influenze in un contesto compositivo di elevato calibro. E poi c’è il rock: questo musicista non cerca l’esplosione di suoni, ma lavora su una tensione continua, che è poi la stessa che impiega lui stesso nella precisa e minuziosa cura del dettaglio. La bellezza del disco risiede proprio in ciò, nel cogliere la complessità di ogni frammento, nel quale la cura urta contro la tendenza disgregatrice, in un crescendo di pazzia, fino alla conclusiva Together dead, quasi ninna nanna oscura ma sognante, con chitarre nostalgiche degli anni 90. La commistione di rock ed elettronica raggiunge delle vette elevatissime, che rendono Somatized non solo un ottimo esordio, ma anche un ottimo disco.
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La recensione Somatized di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-08-27 10:00:00
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