Non una chitarra che canta, bensì una chitarra che parla, che racconta, che inventa, che teorizza, che scrive trattati filosofici o semplicemente stilizza un tramonto, un fiume, l'argilla rossa. C'è dentro tutto e dentro questo tutto...chissà...
Avvolgistanti è l'ultimo lavoro di Luca Borgia, artista torinese di lunghissimo corso e tantissimi chilometri percorsi e palchi calcati.
Si tratta di una raccolta di nove brani strumentali dove la chitarra elettrica è il polo d'attrazione principale. La ricerca è orientata al raggiungimento di sonorità alternative, sicuramente indie. I panorami sonori di tutti i brani sono molto rarefatti e al servizio, come detto, della chitarra elettrica. Proprio questa propone palesemente la ricerca più approfondita, tra ricerca di armonie, diteggiature, armonici e tecniche percussive.
Funzionali a questa continua ricerca senza fine sono le texture ambientali che, non solo cercano di centrare il contesto sonoro in cui il brano si svolge e aggiungono pathos ma riescono ad aprire il panorama sonoro, allargandolo fino all'estremo della stereofonia. Stessa funzione, ma più strettamente armonica, per i synth che arricchiscono la parta verticale dell'ascolto e cioè quella appunto armonica, formando incastri mai banali e offrendo nuove prospettive ai brani.
Degno di nota l'utilizzo degli effetti per chitarra, utilizzati in maniera molto personale, che riescono a colorare e tridimensionalizzare il suono sempre pulito e ben a fuoco dello strumento.
La produzione di questo disco è molto basica, non per mancanza di attenzione, ma perché l'arrangiamento, così per come è stato impostato, non richiede molte automazioni, compressioni o clipper.
Una caratteristica che accomuna tutte le tracce è la pochissima escursione metronomica: tutti i brani risultano tra l'adagio e l'andante e questo per dare la possibilità alle note di chitarra di distendersi perfettamente e tessere le proprie tele armoniche.
Come puntualmente capita con la musica strumentale, i titoli di ogni brano devono essere letti come una suggestione, sicuramente non come una forzatura alla visualizzazione di immagini prestabilite. Per questo motivo consiglio di fare il primo ascolto senza leggere i titoli. Sarà poi divertente confrontare le proprie emozioni con i titoli che l'autore ha scelto per noi.
In conclusione Avvolgistanti è un disco di totale sperimentazione, sia delle possibilità dello strumento chitarra, che dei panorami sonori interiori. Si tratta di un disco in bilico tra il gioco del piccolo chimico e lo studio del musicologo. La chitarra spesso più che suonare come ci aspetteremmo, sembra voler portare avanti un ragionamento più filosofico che semplicemente cantare una linea melodica. In questo senso il completamento dell'opera si raggiungerebbe potendo osservare Luca Borgia mentre espone dal vivo queste suggestioni. L'ascolto di tutto il disco risulta fluido anche quando l'intendo dell'artista è quello di "turbare" l'ascolto con lo stop e la ripartenza del nastro o con i reverse delay. Si tratta certamente di un lavoro che va ascoltato più volte e con stati d'animo diversi ogni volta, per poter sprigionare a pieno le potenzialità di ogni singolo brano.
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La recensione Avvolgistanti di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-02-28 00:00:00
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