O mamma, Rockit inizia a sorprendermi. Dopo due anni stavo quasi per perdere la speranza, cioè bel pop, tanto rock, ma di elettronica pura dignitosa ne avevo sentita ancora poca. Invece eccomi qua, a metà del 26 Dicembre con uno dei milgiori album del 2006. Con uno esigente come me non era mica un compito facile, specialmente considerando che solo un anno fa lamentavo la mancanza di una scena di spessore mentre ingurgitavo litri di sostanze gastro-inerti per la pulizia intestinale.
Oggi sto più tranquillo, la colonscopia non mi ha trovato niente e mi godo serenamente questo lavoro: sette pezzi che per essere sincero già conoscevo in parte, visto che Francesco Prosperi è membro di QOOB, la community open source di MTV, esattamente come il sottoscritto.
La sua visione della musica da ballo intelligente mescola cangianti manipolazioni ritmiche degne del miglior Amon Tobin ( Nerve Factory ), microritocchi di scuola Squarepusher sia sui suoni ritmici che su certe lead lines ( "As bright as when we used to fall" ), distorsioni degne dei Mono no aware più casinisti ( "Because I’m not where you are" ) ed un gusto sparso per le atmosfere rarefatte ma avvolgenti. Un po' tipo i Boards of Canada per citare un progetto famoso. In alcune tracce fanno addirittura capolino parti non manipolate: il pianoforte di "Floating leaf station" o le voci di "Toys in the basement".
Sebbene si noti una certa esperienza per quanto riguarda la sperimentazione, "When I was the first man on the moon" non si distingue per l’innovazione portata al modus operandi, anche perché è ormai estremamente difficile, nonché un filino sterile, cercare nuovi modi di maneggiare, manipolare e stuprare i suoni, specialmente in un contesto come quello elettronico in cui basterebbe usare un cd rigato per venire accusati di plagio nei confronti di Markus Popp. Quello che il progetto ha da offrire sta invece nella capacità ben più musicale di “muovere” l’ascoltatore per tutta la durata del Cd, senza cadere mai di stile nè di intensità. Alla fin fine la musica è un mezzo per la trasmissione emotiva, non un ramo di ricerca del CERN.
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La recensione When I was the first man on the moon di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-02-23 00:00:00
COMMENTI (3)
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Wow! super!
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molto bello, Nerve Factory è da paura