Riccardo Trovato Sette 2021 - Cantautoriale, Rock, Classic rock

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Tutti bravi a dire che andrà bene e che ci siamo evoluti: peccato che la realtà sia un'altra. Riccardo Trovato lo ha capito e ce lo canta nel suo esordio solista

È facile essere famosi, prendere una chitarra al volo e mantenere alto il livello di ego piazzandosi davanti a un telefonino per strimpellare due accordi a caso in diretta Facebook, sostenendo, convinti, che andrà tutto bene col solito sorriso di circostanza stampato in faccia. Ben altra cosa è non essere famosi – almeno non a quei vertici – e prendersi tutto il tempo necessario per assorbire quanto di più epocale vissuto da intere generazioni, riflettere – sì, signori: riflettere – guardarsi intorno e rinascere ideologicamente a nuova vita grazie a una maggiore – o nuova – consapevolezza acquisita in merito all'esistenza sia propria che circostante. Ben altra cosa è anche scegliere di impostare tutto un album di esordio su uno sguardo quasi antropologico sulla realtà più oggettiva possibile, vale a dire quella che farà i conti ancora per tanto tempo con una situazione globale tutt'altro che in via di risoluzione definitiva. E da quello sguardo non sfuggono, anzi rientrano a gran voce, tutte le singole sfaccettature dell'individuo medio a confronto con qualcosa di finalmente – per modo di dire – superiore a ogni sua pur minima possibilità di sfangarla sempre e comunque.

Ecco perché Sette, il primo lavoro solista di Riccardo Trovato – ex Karbonica – è forse la migliore, più netta e più utile espressione del quotidiano attuale che abbiamo a disposizione nel panorama musicale nostrano, seconda – forse – solo ai Colapesce Dimartino sanremesi ma superiore in termini di immediatezza ironica innestata su argomentazioni anche molto delicate e di difficile risoluzione concettuale.

Si parla di dipendenza dalla normalità, qualcosa di noioso ma che profuma di libertà; si parla di valanghe di fake news da cui selezionare le migliori, di abitudini e consuetudini solo apparentemente sinonimi di benessere anche interiore – esemplari, in questo ciclo tematico, sono l'apertura e la chiusura dell'album affidate a La maskerina e La normalità, tra loro decisamente complementari e integrative. E lo si fa, appunto, con grande verve quasi da puro black humor ma con grande misura e senso del discorso anche dove lo sguardo si sposta su concetti affettivi e paturnie da generazione Whatsapp (Offline). Il tutto sulla scia stilistica di un pop rock mai banale e, anzi, intriso di gradevolissime venature funk e alternative – a tratti anche un po' Afterhours e Timoria – che concorrono al tracciamento di un pensiero – questo sì – davvero al passo coi tempi.

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La recensione Sette di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-12-31 19:12:00

COMMENTI (2)

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  • veddie84 3 anni fa Rispondi

    Grazie a te, Riccardo, per la lucidità, la chiarezza e la determinazione con cui affronti tematiche e sonorità.

  • RiccardoTrovatoOfficial 3 anni fa Rispondi

    Ho avuto una piacevolissima sensazione, leggendo questa recensione, la prima da solista. Grazie ?