Le scintille primordiali di una neonata band, già alle prese con la prima prova in studio, con buone premesse alla ricerca di una identità definita.
Il primo disco è un po' la raccolta delle scintille primordiali della nascita di qualunque band, quelle che vedono la luce nei primi concerti, che aiutano il gruppo a trovare coesione e compattezza. Between the lines fotografa questa parte della storia dei Tides, band veneta nata da meno di un anno, con alla voce e alla scrittura Cristian, alla prima esperienza in assoluto (suona e canta da fine 2019), Giuseppe Zanini alla chitarra, Massimo Donati al basso e Gerti Hima, già nella backing band di Eugent Bushpepa, undicesimo classificato all'Eurovision Song Contest 2018 per l'Albania.
Per essere un gruppo praticamente neonato, ci sono tutte le migliori intenzioni: ispirazioni raffinate, dai Pearl Jam ai Red Hot, passando per i capisaldi del grunge qui reso in una chiave moderna e semplice. In alcuni momenti le canzoni sembrano emulative, ma sono i rischi di fare un full lenght album di 12 brani quando si è ancora abbastanza acerbi, anzichè un EP con le sole canzoni più mature del repertorio, tra cui certamente spiccano Crystal Clear e Thank You.
La parte dell'arrangiamento – molto basica, per quanto efficace – è nata pensando ai live, probabilmente in saletta, manca quel tipo di attenzione che un produttore esterno può dare all'incastro sonoro migliore tra i componenti e gli strumenti, nonostante affiatamento e giustezza tecnica delle parti strumentali. I testi tra dolore e gioia sono un altro topos del grunge: ecco, forse troppi stereotipi tarpano le ali a una fiorente personalità. C'è da partire da queste influenze, aggiungerci l'esperienza da accrescere, e trovare una propria identità. Però per essere di fronte a un cantante e songwriter esordiente e a una band messa in piedi da pochissimo, le premesse, seppur molto acerbe, ci sono.
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La recensione BETWEEN THE LINES di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-12-08 10:36:37
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