Undici brani che riprendono il discorso dove lo avevamo lasciato, con tante criticità che rendono l'ascolto ancora troppo faticoso
Words è il titolo del primo album di Andrea Borrelli, autore un po' eclettico e un filo perverso, almeno a giudicare dalle undici tracce autoprodotte contenute in questo lavoro.
Il suo è un cantautorato che si potrebbe definire lo-fi usando un eufemismo, nel concreto abbiamo a che fare con il classico lavoro da cameretta scritto, arrangiato e mixato interamente dall'autore. Attitudine punk e influenze che vanno dal folk al cantautorato tradizionale, Borrelli ci propone una serie di brani lunatici a cominciare dall'intro strumentale ("Il Limite"), con il suo giro di basso sghembo e un po' figlio dei Fall che avevamo già ascoltato nel demo uscito qualche mese fa. Poi iniziano ad arrivare le canzoni vere e proprie e l'idea è che non ci sia un solo modello di riferimento, con l'oscura e quasi lamentosa "Angeli bruciati" che fa da contrappunto agli accordi semplici de "Il viaggiatore" e alle melodie più ariose e malinconiche di "Un sorriso sul tuo viso" (cantata da Nadine De Santis).
Tralasciando la qualità della registrazione, chiaramente di livello amatoriale, il difetto principale di questo esordio risiede nella mancata messa a fuoco generale e nella pochezza dei mezzi tecnici a disposizione. Tra le imperfezioni generali è difficile far emergere qualcosa di memorabile, nonostante si abbia la sensazione che il buon Borrelli sia spesso alla ricerca dell'atmosfera cupa e in aperta opposizione alla forma canzone classica. Tanta buona volontà, ma ancora troppi limiti oggettivi.
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La recensione Words di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-12-13 08:22:07
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