Il fiuto dei Labradors porta il gruppo ad imboccare un percorso finalizzato ad estendere i propri perimetri creativi. Questa tensione evolutiva rivela note interessanti nel nuovo disco in studio.
A tre anni di distanza da “Future Ghosts” tornano a farsi sentire i Labradors. La band localizzata a Milano firma “Retriever” per segnare il suo ingresso nel 2022, disco licenziato (a vario titolo tra distribuzione digitale e copie in vinile) da Without Any Records / You Can't Records / Dynamic And Economic Sounds e To Lose La Track.
Sono dieci le tracce a comporre una proposta d'ascolto che, nel suo complesso, riesce a rivelarsi coerente con il manifesto artistico del gruppo (che condensa melodia e rock genuino) aprendo anche la strada a sperimentazioni qui inedite: insieme ad episodi il cui tiro ritmico è decisamente sostenuto, infatti, si assiste alla caratterizzazione di paesaggi dal sapore acustico, quasi con un retrogusto alt-folk, fino a spingersi alla radice dei digitalismi con incusioni di strumenti non analogici e distanti dal più consueto e rodato registro espressivo. Mondi lontanissimi che riescono a convivere felicemente, decretando una nuova fioritura quando siamo nel più gelido inverno: coesistere, nel nuovo album dei Labradors, è una scelta giusta per un'operazione che può allungare con efficacia la longevità di questo progetto.
Strada spianata a nuovi sviluppi che sappiano estendere ulteriormente, in linea con quanto ascoltato oggi, i perimetri d'azione: solo attraverso una continua tensione evolutiva si può crescere ed elevare la propria qualità: qui non è mai messa in discussione, ma passi avanti sono sempre apprezzabili.
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La recensione Retriever di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-01-16 00:24:39
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