L'Ep d'esordio del duo Portelli/Petrosino si inserisce in un discorso potenzialmente commerciale ma lo fa con gran gusto melodico e sopraffina capacità compositiva
Progetto interessante, quello fatto nascere dalle ceneri dei romani Mamavegas da Matteo Portelli e Francesco Petrosino e consolidato sotto la ragione sociale Smalto. Interessante perché, pur inserendosi in un discorso artistico intriso di commerciabilità a beneficio di una potenzialmente corposa divulgazione mediatica, il duo non esita a dare vita a uno di quei rari esempi di elettropop nostrano che non esitiamo mai a definire 'indie' ma che, al contempo, presentano un corpo sonoro intriso di gusto melodico poggiato saldamente a importanti fondamenta di sopraffina capacità compositiva. Insomma, stando a come vanno le cose da quelle parti lì, materiale buono anche per Sanremo, d'accordo, ma sul versante più sensato e propositivo della questione, finché possibile.
Semplici ma nient'affatto semplicistiche nell'impostazione complessiva e nelle intenzioni, infatti, le sei tappe che costituiscono la base portante dell'Ep d'esordio Niente di serio sono senza dubbio un buonissimo apripista per un'ipotesi di carriera non da basso profilo comunicativo ma, al contempo, caparbiamente in grado di offrire un prodotto degno di considerazione in quanto dotato sia di contenuti che di rispettabilità stilistica – contrariamente a quanto accade sempre troppo spesso tra televisioni, radio e, soprattutto, social network.
Attenzione, la trappola a suon di banalità alla Thegiornalisti è sempre dietro l'angolo e anche i nostri, in un determinato frangente, sembrano cascarci con tutto il peso del desiderio di esposizione commerciale che una simile scelta, seppur estemporanea, comporta per forza di cose – Distante, ad esempio, ha tutta l'aria di volerci provare sul frangente tormentone estivo senza, però, riuscire per davvero nel suo intento a causa di una ben più elevata predisposizione alla decenza. Ma è tutto il restante apparato discorsivo a salvaguardare la qualità sostanziale della proposta grazie a un buonissimo incedere in territori battistiani che, in matrimonio con una cura e una perizia elettronica da tenere in seria considerazione, trasportano il tutto sui gradini più alti dell'ambientazione cantautoriale.
C'è spazio, in tal senso, anche per incursioni apparentemente alla Radiohead con tanto di disillusione tematica, così come per l'affermarsi di una predisposizione quasi IDM che ne enfatizza ancora di più le caratteristiche fino a farne uno dei punti di forza più succulenti – notevole, in questo, Il male del secolo – anche se la scintilla popolarizzante arriva pure da splendide inflessioni ballad – M'ammazzo – in cui la commistione tra misurazioni elettroniche e formato canzone dispiega uno dei suoi esempi migliori. E c'è anche spazio per incursioni ironiche alla Ivan Graziani – Liliana – sia nel savoir-faire compositivo che negli atteggiamenti collaterali.
Ottimo inizio per un progetto notevole che si spera non ceda all'indole della faciloneria da buon mercato.
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La recensione Niente di serio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-03-01 15:33:32
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