Ancora una prova di dream pop lisergico da parte dei Suonoanziano.
Che – per la cronaca – è progetto dietro al quale smanetta il solo Samuele Palazzolo, venticinquenne di Lovere.
Se “Controilpulitoimpossibile” mi aveva lasciato speranzoso rispetto a possibili sviluppi sulla lunga distanza di questa specie di intruglio sognatore a metà strada fra echi da colonna sonora (“Suoni Della mente Che Viaggia”), spunti (cl)isterici alla Radiohead e attitudine filo-bughiana ma decisamente indie-chic, “Iosonolagommatulacolla” non può che confermare i presentimenti.
Che rimangono però traballanti – come la diroccata produzione lo-fi: ma a questo punto credo che sia voluta - e con ampio beneficio di inventario finché da questi volenterosi demo non uscirà un lavoro che dia un senso all’impresa tutta. Nel senso che adesso serve una prova sulla lunga distanza: questi vivaci capitoletti – siamo già al secondo -, uno dietro l’altro, non aiutano ad orientarsi. O meglio: orientano fin troppo e lasciano però a mezz'aria la possibilità di formulare un giudizio completo.
Mi pare comunque che si avverta qualche approccio più ambient (“Pieces of My Involution”) e si confermi il solito “eclettismo fruibile”. Che è, a ben sentire, l’aspetto fondamentale del Suonoanziano: arroccato nella sua autoreferenzialità, davvero molto personale ma, alla fine, comprensibile. E sufficientemente allucinogeno.
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La recensione Iosonolagommatulacolla di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-06-20 00:00:00
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