ErricorùCostruzioni Terapeutiche Vol. 12021 - Grunge, Rock d'autore

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Un pugno dritto in faccia. Però uno di quei pugni scagliati per difesa, non per offendere. Un disco irrazionale, violento e crudo. Da ascoltare tenendo alta la guardia.

Costruzioni Terapeutiche Vol.1 è il primo ep di Erricorù artista napoletano di lunghissimo corso.

Si tratta di una piccola raccolta di cinque canzoni che si muovono tra il grunge e il rock d'autore con testi che scavano dentro, fino alla catarsi, fino all'evocazione delle emozioni e della loro genesi.

Musicalmente parlando, partendo dalla sezione ritmica abbiamo una batteria che suona molto reverberata, peccando molto in profondità. Si sentono molto poco i fusti e tanto gli overhead, quindi tanti piatti ed alte frequenze in primo piano. Un vuoto che si fa ancora più marcato perché invece il basso, che dovrebbe doppiare il kick è molto "cicciotto", gonfio il giusto e ben rotondo. Manca una compressione parallela per kick e rullante, che avrebbe reso nell'insieme la batteria molto più pulsante ed aggressiva.

Le chitarre elettriche sono molto ben curate ed hanno il compito di "arrangiare" le canzoni, facendo cambiare loro il passo di volta in volta. Sono chitarre suonate con gain non esagerato ma con overdrive molto caldi, tipici del classic rock. I suoni sono ben curati ed equalizzati, la compressione riesce ad appianare gli scalini dinamici senza però far perdere tridimensionalità al suono. I soli sono abbastanza tipici del grunge, dove alla "bravura" viene contrapposta una ricerca di frasi e riff quasi psichedelici fatti di poche note pesanti come macigni. Anche le chitarre acustiche fanno capolino, come inSospeso, dove strumming e arpeggi donano calore e intimità alla ballata.

La voce è un capitolo a parte: il timbro è subito riconoscibile, l'intonazione è buona e l'intenzione è assolutamente grunge. Ci sono sonorità che riportano proprio a questo genere, con maggiore aderenza ai Foo Fighters. I testi sono composti di parti in inglese, parti in italiano e parti in napoletano. Ognuno degli idiomi utilizzati sembra avere un proprio livello di interiorizzazione dove il napoletano rappresenta il più profondo. Il missaggio vede questa voce spesso indietro nel mix, come da trattamento standard nel rock e nei derivati. La voce viene trattata come qualsiasi altro strumento, così anche un urlo può fare arrangiamento.

In conclusione Costruzioni Terapeutiche Vol.1 è un disco indiscutibilmente viscerale, un disco con poca, anzi senza mediazione mentale, senza diplomazia. Arriva come un pugno e non sta lì a spiegarti perché. Si tratta di un piccolo gioiello liberatorio, di un proiettile sparato per difendersi giocandosi l'ultima e la più pericolosa delle carte. La zampata di un leone ferito. Struggente e poetico quanto ancora letale e disperato.
L'ascolto risulta adrenalinico e forse l'assetto di live in studio toglie un po' di possibilità di definizione audio e precisione. Ma come detto, non c'è mediazione in questo disco, dunque non avrebbe senso avere una patina da accanimento post produttivo.

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La recensione Costruzioni Terapeutiche Vol. 1 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-11-02 17:18:55

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