Bruno Dorella è un soggetto che da un punto di vista musicale mostra un carattere assolutamente schizofrenico. Tralasciando il fatto che la sua etichetta Bar la Muerte è un ritrovo di pazzi scatenati, i gruppi in cui suona sono molto diversi tra loro (basta pensare alla distanza che separa Ovo e Ronin) e gli stessi progetti, presi di per sé, appaiono in costante evoluzione, sempre aggiornati con nuovi collaboratori e/o stili e/o suoni. Gli Ovo, ad esempio, sono sempre stati un gruppo dalla line-up molto variabile. Attualmente sono solo in due: Bruno Dorella e la sua compagna Stefania Pedretti (già famosa per i suoi progetti Allun e Alos? ). Ritengo particolarmente azzeccata la scelta di intraprendere una direzione essenziale, sia perché gli ultimi lavori degli Ovo mi erano sembrati molto dispersivi (anche se devo fare il mea culpa per aver sottovalutato il precedente “Cicatrici”), sia perché sentirli dal vivo in un piccolo club (il Veronica a Parma) ha rinsaldato in me l’opinione che certe cose, quando sono semplici, sono più efficaci.
Se ne devono essere accorti anche in America, dove l’etichetta Load ha prodotto questo loro ultimo lavoro. Può darsi che molti si chiedano chi o cosa sia la Load. Per fare un esempio io la considero il corrispettivo della SST o della Sub Pop di metà anni 80, etichette che hanno fatto la storia del rock rumoroso e sotterraneo. Per un gruppo come gli OvO si tratta oggi del miglior palcoscenico possibile.
Le linee su cui si sviluppa questo “Miastenia” sono essenzialmente due. Da un lato abbiamo Bruno alle prese con una sorta di batteria (poco più di un timpano e un piatto) che suona con un aplomb in parte tribale, in parte esoterico e in parte metallaro, a volte tutti e tre assieme. Stefania si lascia andare ad un flusso di (in)coscienza molto inquietante, versatile nelle variazioni di tono, ma dai toni costantemente orientato verso la disperazione cieca. Tra i due, gli altri strumenti fanno la parte dei comprimari: a volte è uno strimpellio di chitarra, a volte un basso distorto, in “Rio Barbaira” fa capolino addirittura un’armonica. Niente di orecchiabile o “facile”, s’intende, anzi un costante tentativo di mettere alla prova la resistenza emotiva dell’ascoltatore, la cui apoteosi è rappresentata dall’ultimo brano, “Miastenia”, una jam di doom-metal a bassa fedeltà che si protrae per 20 minuti tra battiti monotoni, droni distorti, voci allucinate, rumori vari… Mettetevi alla prova.
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La recensione Miastenia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-06-02 00:00:00
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