Li avevo lasciati con un demo grezzo, immaturo, ma estremamente interessante. Ora li ritrovo con un nuovo demo, meno grezzo, meno immaturo ed ancora più interessante. Teniamoli d'occhio questi. Crescono in fretta e fanno canzoni sempre più belle. La loro strategia è semplice: prendere il rock sonico guardascarpe anni novanta, lustrarlo in chiave indierock e ricoprirlo di un sottile velo emo-romantic-punk. Per capirci: Wire, My Bloody Valentine e Sonic Youth, per quanto riguarda i tempi andati. Vagamente i Liars e pure un po' Akron/Family per i riferimenti moderni. Effettivamente c'è ancora confusione, ma anche un talento pazzesco. Lo sfondo strumentale è un paesaggio dipinto su carta vetrata, straziato da chitarre battenti come una capocciata al muro. Una matrice indubbiamente nevrotica, ma capace di aprirsi a languide cantilene elettroacustiche.
Malinconici, nostalgici ed un po' poser, i Drink to Me sfornano sette piccoli gioielli, ancora approssimativi, ma con una canzone capolavoro chiamata "Drink to Celia" e con altri momenti di grande coinvolgimento, come il maestoso minuto e mezzo di "Interstellarovercock" o il dondolìo stonato di "Modern (life) Style". Stupisce anche la credibilità internazionale del loro approccio.
Se prendono coscienza delle loro capacità e fanno un altro passo in avanti nella scrittura e nei suoni, diventano una delle cose migliori in circolazione.
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La recensione Kralle brau session di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-05-02 00:00:00
COMMENTI (3)
che bello quello yes, tante s e smiley!
su rockit ci volete bene almeno in 2. tu e acty
Drink to me? .... Yessssssss!!!:]
sono la promessa di un mondo migliore. meno male che esistono