Milanesi e fieri di esserlo, a giudicare dalla presentazione del disco, i The Miracle ci spiegano cosa sta a significare nella loro vita la parola hardcore, la scelta di suonare hardcore. Stabilità e fermezza nei propri principi, rapporti basati sul rispetto, orgoglio del proprio trascorso, odio per chi tradisce, sprezzante indifferenza per le critiche, vengano da dentro o fuori la scena.
E la musica che compone questo loro “Not just words” rispecchia quest’approccio, facendosi alfiere di un certo modo di intendere le sonorità HC, non chiudendosi a riccio nel passato, prossimo o remoto che sia, ma neanche lasciandosi trasportare troppo lontano dalla corrente ortodossia. Una lenta progressione fatta di elementi e suggestioni che pescano alle volte dalle derive più metal, più spesso da quelle melodiche, senza però allontanarsi dall’alveo in cui scorre l’HC della PureVolume generation. Atteggiamento che ha anche i suoi rischi, tra cui quello di trovarsi nella massa, di suonare troppo simili ai più. Ma d’altronde queste sono poco più che sciocchezze quando ciò che conta è fare. Ed allora dischi all’estero, concerti in Francia e Germania, primo full lenght oramai un dato di fatto.
Meno duri degli Underminded, meno melodici dei Secondmonday, citano tra le proprie influenze i Bane, i Comeback Kid e, forse ancora più incisivi, i With Honor. Qualcosa di nuovo, qualcosa di vecchio, qualcosa prestato, qualcosa di blu (“The silver note”, intervallo al piano nel tumulto). E sopra tutto il sorriso di chi sa godere dell’onestà e della sincerità del proprio fare musica.
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La recensione Not Just Words di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-07-21 00:00:00
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