Impreziosito dalla mano di Paolo Benvegnù, il secondo album del quintetto umbro dimostra maturità in scrittura e arrangiamenti ma cerca anche nuove strade espressive
Seconda prova in studio, in questo caso omonima, per il quintetto alternative rock umbro Oh! Eh? – stavolta con sua maestà Paolo Benvegnù alla produzione artistica – e secondo riuscito tentativo di evoluzione per stile e arrangiamenti di grande rilievo e supporto a una scrittura già ben rodata e di imprescindibile impatto sensoriale.
Seppur presente in maniera del tutto innocua e trascurabile, qualche piccolissimo calo di tono non nuoce affatto alla struttura di un album incentrato su una concezione di pop rock sostanzialmente classica ma intrisa di personalità sia nelle liriche – testi taglienti ma saggiamente articolati – che nella scelta di specifiche sonorità non poi così immediate come potrebbe sembrare a un primissimo approccio – ed è decisamente un bene per un sano spirito di ascoltatore.
Con Oh! Eh?, infatti, navighiamo concettualmente in acque prossime a vicende personali costrette in storie epocali, elucubrazioni affettive romantiche ma anche particolarmente complesse nel loro svolgersi, memorie interpersonali che tornano a presentare il conto, fughe verso l'ignoto – nella fattispecie sia interiorizzante che materialmente antropologica, se non proprio socio-politica – e testimonianze di intere esistenze da tramandare o meno ai posteri. La sostanza sonora, nel mentre, procede spedita verso un semi-elettro pop rock riconoscibile come di matrice alternativa in quanto fulcro per piccoli ma decisivi esperimenti compositivi capaci di condurre l'ascolto, certo, verso territori cantautorali di scuola seminale – La parola data e Se ti manca il fiato ne sono un buon esempio – ma anche sulla soglia di tendenze dark wave in stile Diaframma degli esordi – vedi Per ogni nera parola – che mantengono il formato ballad per poi spostare il tutto verso tinte oscure, tratti di sospensione quasi ambient, pulsazioni synth pop con soluzioni quasi prog – notevole Amedeo e Jeanne – ed epicità prossime a un hard rock che chiede in prestito qualcosa ai Marlene Kuntz noise di primo periodo – come accade nella splendidamente frastornante Marcello.
La mano di Benvegnù è importante e si sente soprattutto nei passaggi meglio dediti a un formato canzone in cerca comunque di un'identità altra o, quantomeno, di una biforcazione stilistica che possa rendere il tutto più variegato e appetibile. Il risultato è un lavoro di fattura pregevole e indubbiamente meritevole di considerazione a più alti livelli.
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La recensione OH! EH? di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-03-29 19:06:09
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