Cherry Ills si presenta con sintetizzatori e chitarra acustica per raccontare due lati diversi di sé.
Javier Perri – in arte Cherry Ills, classe 2004 – compare già nella classifica di Rockit dei 50 migliori album del 2021 con il collettivo Le Major, ma – come per molti dei suoi compagni – non si può dire di conoscerlo senza averlo ascoltato su SoundCloud. Ora però è il momento di farsi ascoltare anche al di fuori della piattaforma. Con questo intento nasce Ch.ills, il suo primo disco.
Il lavoro autoprodotto di Cherry Ills è un’esplosione di drum machine e sintetizzatori, intrecciati per riproporre il clima alternativo dell’hyperpop e della trap più arrabbiata. Il mondo che vuole portare è quello dell’underground americana, del trap metal e della musica elettronica che non conosce esagerazione né accondiscendenza, nei testi come nella base musicale.
Ricreare il caos dei locali notturni dove non si va solo per passare una bella serata, questo sembra essere uno degli intenti. Pochi elementi si sottraggono alla saturazione che viene applicata alla voce, prestata spesso allo scream, e ai sintetizzatori che creano la parte armonica della maggior parte dell’album. Il pitch corrector lavora sugli strumenti principali che si incastrano su una ritmica aggressiva in cui spiccano la classica 808 – batteria elettronica dai bassi tipicamente profondi – e una batteria drum & bass che ricorda JD Beck, i cui massimi picchi si incontrano in DWN e INTRO.
Non solo al caos e ai testi in stile Thelonious B si limita Cherry Ills. È ambizioso e dimostra di poterselo permettere, mostrando anche un profilo opposto, che racconta la tristezza per un amore spezzato senza scadere nel banale. Forse non è un caso che OCCHI GONFI, la traccia centrale, il cuore del disco, sia strutturata a partire da una linea di chitarra acustica che accompagna una voce pacata. Ci si trova ora al cospetto dei sentimenti di Javier che maledice il “dannato Cupido e le ferite delle sue frecce” per una storia d’amore ormai al termine che ha lasciato solo “lacrime dentro al caffè”. Non c’è da aspettarselo. Semplicemente un album può raccontare più momenti della vita di un artista e questo aspetto, così intimo rispetto alle altre tracce, arriva senza preavviso. Proprio per questo colpisce.
Giunti al termine, IRIDE è l’incontro di questi due volti. La rabbia e le lacrime trovano la loro sintesi in una canzone dalle sonorità di Machine Gun Kelly e di un pop-punk grezzo. Ora questi due mondi si raccontano insieme, uno con le parole e le sonorità dell’altro.
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La recensione Ch.ills di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-04-01 11:52:41
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