Il ritorno crepuscolare di Cucina Sonora segna un ulteriore passo verso la sua definitiva consacrazione
Siamo nel 2017. Donald Trump è al suo primo anno come Presidente degli Stati Uniti d'America, nasce il movimento #MeToo e Fracensco Gabbani vince Sanremo con Occidentali's Karma. Da allora, complice anche il periodo di pandemia che in qualche modo ha distorto il nostro modo di percepire lo scorrere del tempo, sembra passata una vita. Il 2017 è anche l'anno di uscita di Evasione, il primo album di Cucina Sonora (ovvero Pietro Spinelli). Ricordo il disco come una delle migliori sorprese di quell'anno: un mix tra musica classica ed elettronica, con una spiccata propensione per la techno più melodica di artisti come Kiasmos, Tale of Us e Worakls. Finalmente adesso è uscito anche Notte, che riprende il discorso più o meno da dove Pietro lo aveva interrotto e lo elabora in più direzioni; un'evoluzione del sound di Cucina Sonora che deve fare i conti con le aspettative che si erano create dopo l'ottimo album di esordio e che ha le sue luci come anche le sue ombre.
Già nel 2020, a seguito dell'uscita di alcuni dei singoli che possiamo ritrovare anche all'interno dell'album (Notte e Dormiveglia), Pietro ci aveva raccontato della sua forte propensione per il lavoro in notturna, un'abitudine che sembra non avere perso e che permea tutto il disco sia dal punto di vista sonoro che dal punto di vista tematico. Per carità, anche Evasione non è certo un album che possiamo definire solare, però in Notte troviamo un maggiore impegno nel cercare di costruire un'atmosfera, un mood, anche facendo uso di modelli più lontani di quelli già visti nel precedente disco. Notte sveglia, la opener, è l'esempio perfetto di questa nuova direzione ed è anche una delle tracce in cui "vecchio" e nuovo finiscono per fondersi con ottimi risultati. Questo primo brano si apre con una serie di elementi percussivi molto diversi fra loro che si alternano in ordine sparso e apparentemente casuale, ai quali si aggiungono elementi melodici ripetuti che contribuiscono alla creazione di una atmosfera sinistra: qualcosa che si muove nell'oscurità. Il suono del pianoforte, in Evasione colonna portante di quasi tutte e composizioni, qua si aggiunge solo in conclusione, ornamento climactico di un brano che fino a poco prima, col suo ritmo lento e atmosferico, di techno aveva molto poco.
Questa scelta di discostarsi un po' dal piano come figura centrale accomuna molte delle tracce di questo nuovo disco, e ciascuna "sopperisce" a questa assenza in modo diverso: dalla voce femminile in High, ai giochi di dinamica e modulazioni di Incubo, alla lentissima e quasi ipnotica Where I Am. Questo gruppo di brani dimostra la padronanza di Cucina Sonora con diversi suoni e stili, ma prese singolarmente sembrano mancare un quid,un qualcosa la cui assenza è lampante quando ascoltiamo l'uno-due di Onironauta.
Questa traccia, divisa due parti, è la perfetta sintesi di tutto quello che Cucina Sonora sa fare meglio, una sorta di biglietto di visita sonoro. La prima parte è melodic techno per piano, percussioni e synth; spinge a più riprese ma senza mai esagerare, andandosi a spegnere e rinascendo senza interruzione nella sua seconda parte. Qua percussioni semplici e un arpeggio sporco costruiscono la cornice minimal per un pezzo in spoken word la cui enfasi recitativa cresce insieme a quella del brano, in una esortazione a danzare sempre più difficile da resistere. Il climax è glorioso, con le varie linee melodiche che, guidate dal pianoforte, culminano nei vocalizzi di una voce angelica.
Notte è un ottimo disco che ci ricorda, qualora in questi anni ce ne fossimo dimenticati, del talento di Cucina Sonora, capace di momenti di calma evocativa e di esplosioni di colore vibranti ed incontrollabili. Il mix delle due non è sempre perfetto, ma non manca molto, e la notte è ancora giovane.
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La recensione Notte di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-04-22 00:42:00
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