Il neonato collettivo Lacryma dischi pubblica un album che riesce a incanalare soul e hip hop in un racconto di gruppo che ha stabile “il cuore a Napoli”.
Lacryma Dischi è un collettivo con base a Napoli, nato a novembre. Solo cinque mesi dopo i membri fanno circolare per la città un volantino di invito al release party del primo album – CRY Mixtape, Vol. 1 – in Piazza Bellini. Sono Haste e ARA ad aver curato le basi musicali mentre il resto dei compagni pensano a raccontare le storie che li hanno portati fino a oggi.
L’hip hop caratterizza la totalità del disco, non solo per quel che riguarda il cantato – che chiaramente è rap – ma per il progetto generale, che parla delle vicissitudini, degli eventi che hanno formato i ragazzi del collettivo tra desiderio di affermazione di sé e le vere lacrime. È nell’ottava traccia che Haste e KEIDA raccontano delle difficoltà familiari che li portano a voler diventare EROI morendo da eroi, “perché nemmeno Dio sa cosa ne sarà di noi”. È così che sembra vogliano farsi notare, emergere perché nessuno può dire che non possano farlo.
A caratterizzare l’album è anche la ben riuscita commistione tra l’utilizzo di tecniche e stili più contemporanei, come succede in LA FARMACISTA, che richiama i clap e gli hi-hat molto utilizzati nei brani trap, e caratteri che strizzano l’occhio a generi ormai diventati iconici, come può essere per l’R&B o il soul. Queste influenze sono particolarmente evidenti in MOSTRI, un brano preparato a partire da un pianoforte elettrico con le stesse sonorità del Rhode e da una chitarra elettrica che creano uno spazio confidenziale che ricorda un vecchio club. Ma è con l’ingresso del basso che il clima si completa ed emerge tutta la potenzialità del brano. È un pezzo che trascina grazie alla musica e poi cattura con il testo.
Una presenza interessante è quella degli intermezzi – intro, outro, interludi e skit – che mettono in mostra la capacità di Lacryma Dischi di catturare l’ascoltatore senza l’uso delle parole. Tra BON VOYAGE e SOGNI LUCIDI i giochi di Haste con i campioni e con le ritmiche elettroniche sono messi in mostra grazie alle sue evidenti capacità.
Un tale incontro di prospettive e storie differenti è senza dubbio uno degli intenti del collettivo e con questo primo lavoro hanno saputo incanalarsi in uno stile che colpisce, non tanto per la sua originalità, quanto più per la precisione con cui è stato interpretato.
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La recensione CRY Mixtape Vol.1 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-05-04 11:05:38
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