Venti anni e un'opera prima lucida e completa nelle stratificazioni del suono: Jam Kay si posiziona sulla mappa con un disco che merita sviluppi.
Arriva da Grottaglie il giovanissimo Jam Kay, che dopo circa un decennio di militanza attorno all'attitudine della doppia H decide di chiudere il cerchio attorno una prima stagione creativa. Il risultato è "South", disco edificato attorno una forte matrice concettuale e ideologica.
Dando i numeri di questo album, si tratta di una proposta d'ascolto formata da undici tracce e caratterizzata da tre featuring, uno dei quali internazionale con un artista francese. Se ne produce una tracklist eterogenea, variegata negli stili ma al tempo stesso caratterizzata da una forte e ben definita matrice univoca: Jam Kay non ha timori reverenziali, sperimenta col sano coraggio dei 20 anni e se la cava bene attorno strumentali più marcatamente urban e anche quando si tratta di rendere merito alle altre influenze che trovano posto nel long play e che, di conseguenza, hanno ispirato il creativo che l'ha firmato. C'è da vivere il ritmo con leggerezza, come non si rinuncia alla possibilità di offrire momenti dall'evidenza più introspettiva, per una prova che non presta mai il fianco al brutale "skip" da parte dei timpani che la stanno accorciando.
Una voce del (e dal) Sud concretizza un'opera prima valida e con del potenziale: merito a Jam Kay per aver messo sul tavolo tutte le sue carte; sarà importante giocarsele al meglio anche nel prossimo futuro, perché un disco del genere è meritevole di dovuti sviluppi.
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La recensione SOUTH di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-05-17 08:10:21
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