Primo comandamento: ignora il tam tam pubblicitario della modernità e concentrati sul rock
Ignorare le pubblicità, concentrarsi sul rock. Sembrano questi i due messaggi principali di Banner Blindness, il primo album di Kreky & The Asteroids, una band di Roma che crea la propria musica con voce, chitarre, hammond, piano, basso. batteria e alcuni ospiti.
Il disco inizia subito con Arpeggio, un brano dal titolo semplice e disarmante, capace di rimetterti in pace con il mondo. Se con Hymn l'atmosfera diventa rock e blues, la chitarra elettrica distorta percorre lo scheletro di No Apologies. Protagonista di Dust è la notte dei dubbi, mentre Spotlights riporta la luce. La voce, sempre molto interessante, incide note più acute nel cielo senza Luna (Moonless Sky), per poi tessere la tela di seta della ballata Agreement. Il tocco della chitarra acustica di Carmelo Pipitone (Marta sui Tubi) impreziosisce la vena dolceamara di Average e i cori di Alessia Lofaro arricchiscono Mistakes. La fine del viaggio è affidata all'assolo di slide acustica di Roberto Angelini e agli archi del maestro Claudio Capponi.
Queste 10 tracce sono frutto di un rock ben scritto, ben suonato e ben prodotto, con precisi punti di riferimento musicali, che non possono prescindere da testi rigorosamente in inglese. Eppure la sfida futura potrebbe essere proprio questa. Perché non provare a dare a queste sonorità una veste in lingua italiana? Il risultato potrebbe essere molto intrigante, anche nel panorama nazionale.
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La recensione Banner Blindness di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-05-19 22:58:39
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