Testi cantautorali su melodie post-rock e dream pop sono gli ingredienti principali di questo interessante esordio.
Esordio del quartetto fiorentino Il Tempio, Parsec è fin dal titolo un album che si propone di indagare il tema delle distanze, in particolare quelle interpersonali. Reduci come tutti da una pandemia che ha messo a dura prova la capacità di molti di entrare in sintonia e comunicare tra loro, attraverso la propria musica Il Tempio prova a far luce su quelle distanze spesso siderali che si creano tra le persone, rese incapaci di avvicinarsi da una vita che le porta lentamente alla deriva. Che sia attraverso il racconto di metamorfosi tra l’umano e il robotico (Androidi) oppure più canonicamente di storie d’amore naufragate (Se fosse poi così normale), i testi si soffermano su dolori e rimpianti che questa miriade di solitudini porta con sé.
L’approccio estremamente cantautorale dei testi si accompagna a sonorità post-rock e dream pop, in un’alternanza classicamente rock di momenti più intensi ed altri maggiormente intimisti e introspettivi. Tra le prime troviamo La Verità, i cui riverberi chitarristici dilatano lo spazio dell’intera canzone, mentre la title track Parsec si colloca tra Lali Puna e The xx, con atmosfere trasognate come uno sguardo puntato sull’orizzonte. Nel disco trovano spazio anche contaminazioni alt-rock come in L’Uomo Senza Braccia, caricato di chitarre abrasive e squadrate.
Parsec è un esordio interessante e maturo, capace di combinare diverse influenze in maniera originale e accattivante, e riuscendo a coniugare sia musica che parole nel tentativo di narrare qualcosa. Un lavoro non facile per degli esordienti, ma Il Tempio dimostra di aver le carte in regola per fare bene.
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La recensione Parsec di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-06-03 02:12:00
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