Il pop equilibrato dei Laneve, orecchiabilità e insistenza sui canoni.
C'è un modo di scrivere canzoni che crea una sensazione impercettibile, innocua, quasi a voler sottolineare la calma piatta che c'era prima dell'ascolto. Un modo di scrivere che non intende muovere grandi masse d'aria o di emozione. Ci vuole una dote anche per questo, per tenere l'equilibrio assoluto con la musica pop, quel pop contemporaneo e ordinato che non gioca troppo con le parole e si crea una nicchia comoda in cui stare.
Il duo romano Laneve col nuovo singolo SBRZ ha dato una piccola dimostrazione di questo tipo di approccio alla scrittura. Con una ritmica reggaeton ma sobria e composta e un comparto sintetico interessante e che tende a distorcersi senza mai farlo, il pezzo delinea una dinamica di innamoramento con toni e modalità che nella loro canonicità rischiano di sfociare nella banalità. Forse per quel riferimento gratuito al gin tonic, elemento che chissà perché è sempre presente in certe canzoni, forse per gli "sbatti" di cui si canta ormai con molta leggerezza.
In mezzo a qualche problema di incastri metrici durante le strofe i ritornelli risollevano il tutto puntando su un'orecchiabilità notevole, ereditata da Ariete e Psicologi, i pionieri di una generazione cantautorale che ancora sta cercando un modo per assestare il proprio sound e il proprio linguaggio, cercando di non auto-affossarsi.
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La recensione SBRZ di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-05-30 21:54:19
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