Zero è il disco complesso che porta l’armonia jazz nel futuro grazie alla precisa composizione in chiave elettronica dei Serial Experiments.
Al loro ottavo album Matteo Tundo e Maurizio Gambardella continuano a esplorare le sonorità elettroniche in chiave jazz. Zero è il proseguimento di un percorso ormai avviato, che mantiene ferma la rotta sull’impegno richiesto nell’ascolto e sulla capacità compositiva dei due musicisti. Fin da un primo approccio si comprende la difficoltà del lavoro e l’audacia del progetto, che conferma il proprio intento di non voler assecondare i ritmi frenetici del panorama musicale contemporaneo, occupando un’ora intera come durata complessiva del disco.
La strumentazione elettronica, le influenze ambient house e la competenza sul piano esecutivo si piegano a una visione jazz che porta il duo sulla stessa strada degli Snarky Puppy. Come questi non è sulla velocità che si fa perno, ma sulla precisione, sulla ricchezza di elementi sapientemente intrecciati e sui ritmi cadenzati e ben scanditi dalla drum machine che regge i fraseggi di tastiere e gli assoli di chitarra. Le contaminazioni rock aggiungono un filo narrativo a questi ultimi, ricordando lo stesso intento con cui Santana e Jeff Beck hanno saputo raccontare storie con il loro strumento invece che con la voce.
L’aspetto più caratteristico rimane però la fusione con l’elettronica. Non i campioni e nemmeno l’editing sono le vie scelte dai Serial Experiments, ma arpeggiatori e sequencer, con cui il carattere di improvvisazione e la dimensione del live riesce a emergere maggiormente. Sembrano essere i Daft Punk la principale fonte di ispirazione, proprio alla luce della rivisitazione elettronica e futuristica di un’armonia jazz.
L’ambiente che deriva da questo esperimento è articolato, ogni dettaglio ha tutto il tempo di emergere senza bisogno di irrompere nell’attenzione di chi ascolta attraverso la divisione dei brani in strutture chiare e marcate. Ogni esecuzione è un lento fluire di impressioni – similmente a quello che viene riproposto in una chiave più pop dal lo-fi – che regalano un’esperienza musicale in grado di restituire tanto quanto viene richiesto nell’impegno.
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La recensione Zero di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-05-20 19:24:08
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