Un concept album incentrato sulla tematica del viaggio e della nostalgia, raccontati in una sorta di navigazione fisica e interiore: per tornare bisogna partire
Un disco che va ascoltato con calma, lontano dal fragore del traffico, affinché ci si possa lasciar trasportare, come cullati dal vento o dalle onde del mare. Un promettente esordio ricco di suoni armonici, eleganti e morbidi. Musiche del ritorno (WoW Records/Ird) è il primo album di Sara Franceschini, interprete con alle spalle un lungo percorso di formazione, dal Conservatorio di Napoli a quello di Roma, fino al diploma all’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini. Un concept album incentrato sulla tematica del viaggio e della nostalgia, raccontati in una sorta di navigazione fisica e interiore: per tornare bisogna partire: salpare, naufragare e sprofondare. Per tornare bisogna provare a guardarsi da lontano.
Il viaggio tematico e filologico attraversato dalla Franceschini si snoda in dodici tracce: nove brani e tre intermezzi. Tra i brani compaiono due inediti: Avere niente o avere te di Pino Marino, ballad luminosa accarezzata dal pianoforte e dagli arpeggi di chitarra classica e violoncello, e La tempesta è un piatto che va servito freddo firmata Andrea Caligiuri, sintesi tra jazz e pop, con una parte iniziale prettamente pianistica e una seconda arricchita da vari strumenti.
I restanti sette brani abbracciano mondi musicali disparati, nella costruzione di un repertorio che mescola la canzone d’autore italiana, la musica popolare brasiliana e la canzone romana e napoletana. Si inizia con Questo corpo de La Rappresentante di Lista, per passare ai classici della musica brasiliana (trittico colorato e raffinato composto da A Medida da Paixào, Os Argonautas e Infinito Particular), all’eleganza portoghese di La mia casa (proposta nella versione adattata in italiano da Cristina Renzetti), al cameo in lingua genovese, D'ä mê riva, firmato Faber, fino alla canzone umoristica napoletana di inizio Novecento, M'aggia curà, in una versione teatrale in cui si rincorrono esuberanti clarinetto e pianoforte. A corredo di tutto il lavoro, i perfetti arrangiamenti di Edoardo Petretti, che arricchiscono e impreziosiscono il disco.
I tre intermezzi, De-sidera (bussola), E-leva (àncora) e A-ccorda (nodi), sono brevi e recitati in modo scenografico: tre atti che giocano con l’etimologia, segnando la direzione di questo viaggio."Navegar é preciso, viver não é preciso" canta Sara, nel mezzo della quinta traccia, disegnando, col verso che fu di Fernando Pessoa prima e di Veloso poi, l’unica legge che ogni viaggiatore deve rispettare nel suo percorso.
Il disco di Sara Franceschini trasuda eleganza e introspezione, confermando le sue notevoli doti interpretative. Tra elementi teatrali e riproposizione personale e appassionata di canzoni note, la sua voce suadente avvolge completamente l'ascoltatore. Con queste premesse, chissà che Sara non possa intraprendere presto un nuovo viaggio, magari con un disco totalmente inedito, che ci porti verso altre mete e altri ritorni.
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La recensione MUSICHE DEL RITORNO di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-06-17 16:16:00
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