Diplomatico e il collettivo Ninco NancoTroppe Parole2022 - Cantautoriale, Pop, Indie

Troppe Paroleprecedenteprecedente

Il nuovo album dei Diplomatico e il collettivo Ninco Nanco è perfettamente in grado di miscelare stili diversi senza mai perdere di godibilità, compattezza e sostanza discorsiva

Dopo un paio di prove discografiche sia sulla media che sulla lunga distanza, possiamo dirlo: quella che risponde al nome di Diplomatico e il collettivo Ninco Nanco è una gran bella band. Niente di particolarmente trascendentale in termini di inventiva, sia chiaro, ma la compattezza e la sostanza discorsiva – sia nel suono che nelle parole – sprigionata soprattutto da questo nuovo lavoro in studio, Troppe parole, risulta determinante per rendersi conto di ritrovarsi dinanzi a musicisti e compositori il cui talento non è poi così comune ed equiparabile a quello di altri casi di simile conformazione.

L'Italia, infatti, è strapiena di band più o meno folk-qualcosa che propongono canzoni più o meno passabili dopo qualche litrozzo di vino sfuso. Pochissime di queste, però, sono davvero capaci di offrire una varietà stilistica che riesca a non rendere noiosamente banale un'architettura complessiva dedita al 'volemose bene' fine a se stesso. È il caso di Francesco Scatigna e soci, perfettamente consapevoli e – più di tutto – abilmente capaci di mettere in tavola elementi sonicamente discorsivi tanto godibili quanto sofisticati sia nella struttura complessiva del lavoro in questione che nel valore del singolo brano estrapolabile e ricontestualizzabile in situazioni anche esterne al genere di appartenenza.

Spostando l'elemento narrativo su fattori maggiormente biografici quanto a critica socio-politica, impegno ideologico e affettività di non facile tornaconto emotivo, Diplomatico e il collettivo Ninco Nanco propongono un album denso di stratificazioni e talento intuitivo che parte da una matrice folk-pop-rock ma si destreggia benissimo anche in acque solo apparentemente divergenti dalle intenzioni basilari. Notevoli, ad esempio, sono gli spunti fiatistici che arricchiscono il corpo sonoro complessivo di intense aperture come quelle fornite da INE o C'est la vie, riuscendo a trasportare il tutto anche verso sponde simil-reggae con tendenze prossime a una vaga idea di ska senza mai dimenticare, però, le eterne lezioni impartite dalla canzone d'autore (Una bellissima festa, Straniera) ma anche da un certo pop-rock-blues (Bla bla), da alcune inflessioni latineggianti (Ratòn, Buendìa) e – ciliegina sulla torta – da splendide sortite jazz-swing in salsa autoriale (le bellissime L'indifferenza e America).

Gran bella band, album decisamente interessante e progetto da seguire per godere di importante perizia tecnica mista a concretezza compositiva.

---
La recensione Troppe Parole di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-06-15 18:25:39

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autoreavvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussioneInvia