Un cantautore che unisce elettronica, rock, pop e sincera passione per la musica
Prima batterista, poi cantante e anche tastierista. La storia musicale del cantautore lombardo Arby arriva così alle nove canzoni dell'album Psicodramma. L'idea di unire elettronica, rock e pop può essere sviluppata in maniera interessante, oltre a denotare la competenza dell'autore nella composizione, anche se l'incisione e la produzione si possono sempre migliorare.
Dal punto di vista della scrittura, probabilmente, c'è un po' da lavorare sui testi. Forse qui c'è anche della rabbia sparsa, ancora da canalizzare bene (Limitando i limiti). Più in generale quindi bisogna trovare la direzione giusta da seguire. Brani come Eticamente instabile e Psicodramma sono potenzialmente molto ricchi di contenuti e fin troppo impegnati, al punto da far venire il dubbio che la forma-canzone non sia il canale più azzeccato per dibattere di questi argomenti: insomma il risultato finale perde di efficacia nel suo complesso, anche perché in effetti 5 minuti possono essere tantini. Pare quasi che in certi punti la volontà di trasmettere un certo messaggio porti quasi a snaturare la naturale metrica dei versi (Disuguale, Le colpe della Luna) e a ripetere troppe volte parti dei pezzi.
Cieli fragili è fra le tracce meno sintetiche e più acustiche del disco: forse anche per questo, suona più autentica e cantautorale, spiccando per ispirata sincerità; la voce si libera bene su versi liberi e sentiti, raccontando intensamente le emozioni di un'assenza che pesa. Anche la chiusura affidata a Perduta Venere suona intrisa di genuinità.
Infine un piccolo post scriptum. Ho notato che nei suoi testi Arby usa molto spesso la seconda persona singolare e si rivolge direttamente all'ascoltatore: ad esempio La tua posizione recita "Ti sforzi di essere cinico ma non ce la fai più, cercavi un lato onirico e sei caduto giù, la mente che ti inganna...". Ecco mi sono reso conto che queste strutture funzionano solo se chi ascolta si ritrova e si immedesima nella maggior parte dei versi. Mi sembra una scommessa difficile da vincere. Forse conviene utilizzare il "tu" solo quando si è davvero sicuri di fare centro.
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La recensione PSICODRAMMA di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-07-25 15:49:59
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