A pochi mesi di distanza dalla pubblicazione del bellissimo album "Dal diario di un soffiatore di vetro" dei Le Masque, ecco un altro prodotto che s'inserisce in quello stesso filone di musica introspettiva con toni malinconici, jazzati, crepuscolari. A differenza dei Le Masque, gli X Machina sono degli esordienti. Bands non proprio rock, ma con una grande ispirazione e una notevole proposta.
"Di cose di noi" racconta i drammi quotidiani dell'uomo comune, attraverso una struttura strumentale che pare collegarsi a tutti i brani con un filo sottile; canzoni che richiamano il jazz scarno ed acustico con qualche inflessione alla Paolo Conte , che pero' si tingono di toni ad acquerello anche grazie alla voce della cantante Maria Elena Carinato. Gli X Machina sono un quintetto di Conegliano Veneto composto appunto da Maria Elena Carinato alla voce, Enzo Pasqualin clarineto, fisarmonica, Luigi Fantuzzi chitarra, Renato Romagnoli tastiere, Marco Romagnoli batteria; da notare l'assenza del basso. Gli X Machina sono dei musicisti gia' navigati, avendo suonato assieme per quasi vent'anni, ma soltanto ora arrivati al debutto, che proprio debutto non e'. Il disco ha davvero uno spessore artistico indiscutibile, superiore a molte nuove bands. Tutti gli interventi specialmente quelli strumentali godono di grande equilibrio ,risultato della perfetta armonia che c'e' all'interno del gruppo, e a parte qualche accidentale influenza il gruppo ha attinto dalla propria fonte,evidenziando la loro grandezza a livello compositivo.
Un ensemble che improvvisa poco ma che e' costantemente alla ricerca, soprattutto con quei suoni di tastiera, cosi' sognanti poi terreni ed infine evanescenti. I brani sono tutti meravigliosi, e non sto esagerando, ascoltare per credere, tutti superano i 5 minuti di durata. Aria in, Favola d'ottobre, Di cose di noi, Calonno, Non per amore, Lettere, Il candelabro tutti su un livello alto, ma di una spanna ancora superiore l'entusiasmante title-track Di cose di noi forse il momento piu' elevato di questo disco,con quelle tastiere sfuggevoli. Calonno e' una traccia strumentale, l'unica che cede a qualche improvvisazione, ma che ci riporta mentalmente a quelle vecchie soffitte abbandonate, impolverate dove si trovano piccoli oggetti di uso quotidiano meraviglioso,naturalmente dal mio punto di vista mentale. Di cose di noi , ideale colonna sonora per films di Claude Lelouch, ma anche di Visconti. Musica elegante che nasce dallo stare insieme e maturata negli anni attraverso questo film che e' la vita. Un frutto raro da raccogliere adesso , perche' potrebbe non nascere piu'.
---
La recensione Di cose di noi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1999-03-22 00:00:00
COMMENTI