Terzo album per Cristina Nico. Un album urgente.
Qui si parla di fragilità. Di incomunicabilità. Ma anche di rivoluzione, di felicità. Cristina Nico è al centro del suo mondo. Delle sue paure, del suo coraggio. “Cristina Nico” è un disco urgente, pieno, strabordante, fisico. Potrebbe bastare la citazione di Arthur Rimbaud in “Chissene” per inquadrare la questione. Eppure c’è dell’altro, tanto altro.
È un po’ come viaggiare in terza classe. Un viaggio scomodo, percorso da dolore e spavento. E dalla voglia di arrivare. L’importante non è dove, ma come. Cristina Nico parte dalle proprie certezze. Dal bisogno di mettere in circolo un’energia sprezzante (i proiettili hard di “Il bisogno di essere migliore”, o “Être soi-même=être un autre”, una scheggia impazzita che sembra richiamare di nuovo la poetica rimbaudiana), da certe atmosfere decadenti che provano a richiamare lo splendore prog (l’alt version di “The Idiot not Savant”, Marianne Faithfull docet). E poi le carezze elettroniche distribuite qua e là, le corde acustiche che ammantano la grazia della ballata “Anima nigra”, la delicatezza quasi onirica di “Hermes”, il percorso sghembo di “Dog’s walk” (un omaggio agli anni ’70 più freak?), la desertica “The Idiot not Savant”, già, di nuovo, questa volta in una variante Tex-mex.
Il bello del terzo album della cantautrice genovese è che non si fa caso alle virate improvvise del suono, alle sue intemperanze, al suo non essere fedele alla linea. Tutto sembra possedere una logica, un percorso, un filo narrativo. Che passano attraverso la chitarra rumorosa di Cristina Nico, il drumming potente di Federico Lagomarsino, assecondati dalle linee di basso di Giulio Gaietto, dalle sei corde di Roberto Zanisi, dalla viola estatica di Osvaldo Loi. Citando il testo di “La sorgente”, “L’acqua deve scorrere per ritornare pura”. Bisogna dire che siamo di fronte a un disco che scorre. Che scorre bene.
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La recensione Cristina Nico di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-07-28 18:06:00
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